Orari
di apertura:
Lunedi'
15:30-19:30
Martedì-Sabato09:30-12:30
e
15:30-19:30
Giorni di chiusura Domenica e
Lunedì mattina
|
|
|
|
Bacheca Virtuale
2019
Una
bacheca per le
novità della vita verticale nel circondario lecchese: nuove falesie,
nuove
vie, tiri liberati, aggiornamenti alle topos, manifestazioni,
pubblicazioni etc...
Accedete
gratis alle topos di LARIOCLIMB dal vostro
SMARTPHONE
con
l'applicazione free Adobe Reader anche alle versioni PDF.
21 Febbraio 2019.
Giuseppe Vaghi ci comunica quanto segue:
Da
qualche tempo in qua e ultimamente assai di frequente, qualche climber,
evidentemente privo di alcun senso della civiltà e privo di sensibilità
(per usare un eufemismo...) nei confronti dell’ambiente naturale,
defeca sui sentieri o alla base delle pareti nell’area “Falesia del
Tramonto & Sassi vari” in Valle Bova. E questo, nonostante sia
stato da tempo collocato in più punti dell’area un avviso specifico che
richiama a comportamenti più educati e civili.
Mi
rendo conto che il problema non è limitato alla sola area sopra citata,
ma è evidente che in Val Bova la questione ha ben superato i limiti
della decenza.
Larioclimb da tempo cerca di sensibilizzare la comunità degli scalatori
verso comportamenti adeguati in falesia, sia per il rispetto
dell'ambiente naturale che per una serena convivenza con gli altri
frequentatori. Quindi apprezziamo molto l'ulteriore spunto di Giuseppe,
che periodicamente ci ricorda il tema del rispetto dell'avifauna
protetta in Val Bova.
Pubblichiamo inoltre un cartello/avviso, dove è stato aggiunto anche un richiamo al tema dei fuochi all'aperto.
Ricordiamo infine che a norma di legge (LR 31/2008) è vietato (sempre) accendere fuochi a distanza di 100 m da bosco.
|
1 Febbraio 2019.
Finalmente è tempo di neve anche sul Lario,
e tempo di novità per LarioSki.
Dopo la pubblicazione della mappa interattiva delle Falesie, Larioclimb esce con la mappa dello Scialpinismo intorno al Lario.
Come per la mappa delle falesie, anche la mappa sci-alp funziona
attraverso filtri creati ad hoc per questo particolare tipo di attività
(la quota di partenza e di arrivo della gita, l'esposizione, la
difficoltà eccetera), che permettono di orientarsi con maggiore
facilità ed immediatezza nel "menu'" di relazioni.
Menu' che propone 83 gite, comprese 14 varianti, ovviamente tutte
percose e testate di persona. Mica male per essere una zona di
media-bassa quota con montagne spesso molto impervie e non adatte allo
sci.
Trovate quindi le gite che corrispondono ai vostri criteri di
selezione, cliccandole sulla mappa otterrete le coordinate, il link
alla pagina della relazione e al file per GPS. Tutte le gite sono state
personalmente relazionate dal team Larioclimb.
Ringraziamo Lucio Mauri che, come per la mappa Falesie, si è messo di
grande impegno e competenza per una operazione tecnicamente difficile e
complessa, ma, crediamo, molto utile per gli utenti del sito.
Con l'occasione, è stato fatto anche un piccolo restyling dell'intestazione delle pagine delle gite di arrampicata.
Buone sciate!
|
28 Gennaio 2019.

Riportiamo il link all'articolo del quotidiano on line Lecconotizie,
in merito alla vicenda del vandalismo ai danni della via "L'amico
ritrovato" alla parete della Fracia sopra Calolziocorte. La
vicenda è nota: ignoti hanno preso a martellate gli ancoraggi della via
in questione, aperta dal basso da Giovanni Chiaffarelli e Luca Bozzi.
Comunque la si pensi, il fatto in sè rappresenta una squallida
intimidazione, e si commenta da solo. Approfittiamo per esprimere
apprezzamento per il C.A.I. di Calolziocorte - Sezione Ercole Esposito
"Ruchin".
|
21 Gennaio 2019.
Pubblichiamo
l'aggiornamento del settore Baiedo alla Rocca, in Valsassina. La
relazione tiene conto (rimediando ai "diffusi refusi" presenti in
recenti pubblicazioni) degli interventi di manutenzione straordinaria
effettuati dalla CM Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera nel
2017.
Queste opere fanno capo all'Accordo di Programma per il Sistema falesie
lecchesi promosso da Regione Lombardia, Assessorato allo Sport ed alle
Politiche Giovanili, con la partecipazione della Comunità Montana Lario
Orientale Valle San Martino e Comunità Montana Valsassina Valvarrone
Val d’Esino e Riviera, quali soggetti attuatori degli interventi, del
Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia e del Comune di Lecco,
Provincia di Lecco e Camera di Commercio di Lecco.

Per l'occasione riportiamo (dalla collezione personale dello scrivente)
la relazione originale della via Baiedo, comparsa, con l'inconfondibile
stile del Don Agostino Butturini, anima dei "Condor di Lecco", sul
numero di ottobre-novembre 1978 del "Primo Più".
Quest'ultimo, il giornalino del Gruppo, autoprodotto dal Don Agostino e
da chi aveva voglia di dargli una mano, è stato per diverso tempo una
fonte di relazioni di ascensioni vecchie e nuove nel lecchese e non
solo. Dalle vie aperte dal "Don" con giovanissimi compagni di cordata,
alle grandi salite ripetute dai Condor più anziani - si fa per dire -
tra cui il fortissimo "Briciola", il nome di battaglia dell'Antonio
Peccati.
Ovviamente
la pagina che riportiamo va intesa solo come "chicca" storica (si
raccomanda di NON ripetere la via dello Sperone; non riattrezzata e
ormai inerbita), ma il Primo Più è andato ben oltre la raccolta,
peraltro piuttosto singolare, e per i tempi anche utilissima, di
relazioni di vie di roccia e poi di qualche cascata ghiacciata.
Con gli oltre cento numeri è stato, a suo modo, uno dei testimoni del
periodo di trasformazione dell'arrampicata tra la fine degli anni '70 e
tutti gli anni '80 (e qualcosina di più), visto con gli occhi di
ragazzi/ini, che a loro volta si davano parecchio da fare con corde e
moschettoni.
Per me, il Primo Più rappresenta soprattutto una inestimabile fonte di
ricordi, tutt'ora vivissimi, di volti, di nomi, situazioni ed amicizie.
E un buon aiuto, almeno per il sottoscritto, per cercare di leggere il
presente (solo quello arrampicatorio, per carità).
Senza la pretesa di capirlo. Diciamo che almeno ci si prova !
Pietro
|
12 Gennaio 2019.
Avvisiamo
che a causa dei recenti furti ai danni delle auto parcheggiate in zona
Pradello - Lecco, sotto le diverse falesie della zona, si consiglia di
non lasciare oggetti di valore in macchina, nè nulla di visibile
dall'esterno. Lo stesso vale per il punto di partenza per il
lariosauro, in via Stelvio.
|
11 Gennaio 2019.
SPEDONE - ATTENZIONE! VANDALI IN AZIONE
Dal post di Giovanni Chiaffarelli su facebook del 11 . 01 . 2019
La
via "L'amico ritrovato" allo Spedone (La Fracia n.d.r.) è stata
vandalizzata e danneggiata da ignoti seguaci di Genserico. Hanno
distrutto la sosta sommitale da cui ci si calava e, così sembra,
martellato fix qua e là lungo la via. La notizia è di ieri e dobbiamo
ancora verificare i danni sul campo. In ogni caso LA VIA NON E'
PERCORRIBILE fino al suo ripristino, cosa di cui darò comunicazione
appena possibile. Questo fatto, eseguito in modo così vigliacco e senza
metterci la faccia, mette a repentaglio l'incolumità di chi ripete una
via pensando di poter tornare a casa sano e salvo. Spero la cosa non si
ripeta qui e altrove perché sarebbe davvero inquietante. Be careful e
... portate sempre il casco!
C'è
poco da aggiungere ad un episodio del genere. Difficile dare una
valutazione (di totale disgusto, comunque, qualunque sia la
motivazione) perchè le ragioni del gesto sono ignote. Sarà il gesto di
un vandalo... O qualcosa di più di un vandalo, visto che ha
potenzialmente determinando il rischio di incidenti ? Oppure la
crociata di un improbabile (ma assai vile e miserabile, viene da dire,
visto che ha agito nell'ombra) custode dell'etica ? Ma..... quale etica
? Si tratta di una via aperta dal basso con grande intuito, trovando
zone di roccia bellissima sull'imponente parete della Fracia. O la
bravata di scalatori squilibrati ? ndr
|
9 Gennaio 2019.
Ci si vede a Valmadrera il 25 gennaio per i cinquant'anni di scalate di Gian Maria Mandelli, alpinista di lungo corso! locandina
|

3 Gennaio 2019.
Riceviamo da Alessandro Ronchi un aggiornamento della falesia di Pradello Classica, dove lui e il buon Flavio De Stefani hanno
fatto ulteriori lavori di restyling (per poi passare ad un altro
cantiere di restauro, in un'altra falesia. I lavori sono in corso ...).
- Settore Placca del Domenico:
sostituzione delle soste di calata (gentilmente offerte da
Versante Sud); richiodatura dei quattro tiri a fix (gli altri sono a
cavallotti resinati) "Rain Day", "Il gigante buono", "Mancato rientro",
"Noi figli dell'Orsa Maggiore"; chiodatura di un nuovo itinerario
all'estrema sinistra del settore (Mandillo dei semi, 5c). Infine è
stata effettuata una ingente pulizia alla base, con la creazione di
terrapieni e la sistemazione del sentiero di accesso.
- Settore Grottone: sono stati sostituiti tutti i moschettoni di calata, dato che in un intervento precedente (non effettuato da Ronchi - De Stefani, che non sono mai stati nè avvisati nè consultati)
erano stati utilizzati connettori da lavoro, non idonei per la scalata.
Inoltre sono state pulite tutte le vie da arbusti, rami e, per quanto
possibile, dai sassi instabili. E' stata inoltre effettuata la
pulizia alla base ed è stato attrezzato un nuovo itinerario a destra di
Spectre: "6 lustri". Il tiro è lungo 35 metri; un muretto di 6b+
nella prima parte, lunga circa 20m, fino alla catena intermedia; poi
una bella placca sul 6a. Si tratta di un omaggio alla falesia che
compie 30 anni dalla sua prima chiodatura, da parte di Alessandro
Ronchi e del suo gruppo del CAI di Vimercate.
Per
finire, spendiamo due parole con le solite raccomandazioni:
tenere il luogo pulito e in ordine, seguire fedelmente i senteri
ripristinati ed opportunamente segnati, non accendere fuochi.
Non mi resta che augurare buone scalate.
Alessandro Ronchi
Da parte nostra, aggiungiamo che oltre a ringraziare l'inossidabile
coppia Ale Ronchi - Flavio De Stefani, ci aggreghiamo alla
raccomandazione di non accendere fuochi; pericolosissimo e vietatissimo
in questo periodo ultra-secco e ventoso.
Per quanto riguarda invece i maldestri lavori di "sistemazione" trovati
al Grottone: oltre ai moschettoni inadatti e le catene di sosta spesso
eccessivamente lunghe, in qualche caso (come quello rappresentato nella foto)
la catena è stata "messa in opera" senza togliere quella vecchia. Cose
del genere capitano anche in altre falesie e non sono un buon
indicatore.
|
14 Dicembre 2018.
Il Comune
di Lecco
informa che i lavori di posa reti paramassi in località Pradello e
Rancio sono terminati in data 13/12/18 e che pertanto sono accessibili
le relative falesie: Promesse al sole
- Pungitopo - Discoteca.
|
27 Ottobre 2018.

Prosegue l'aggiornamento su Larioclimb delle topos delle falesie
lecchesi, con la pubblicazione della popolarissima falesia di Galbiate
chiodata a partire dall'ottobre 1988 da Alessandro Ronchi, Luigi
Ravasi, Gaspare Fumagalli, Giorgio Sabbioni, Giuseppe Besana e Umberto
Carrera. In quell'occasione, la squadra aveva potuto finalmente usare
il trapano a motore messo a disposizione dal C.A.I. Vimercate,
risparmiandosi, almeno, la fatica di posizionare gli ancoraggi con il
piantaspit a mano, come per Civate e Pradello. A metà degli anni '90
Alessandro Ronchi & C. la richiodano con i mitici cavallotti
resinati, poi Gianni Ronchi e Flavio De Stefani attrezzano gli
ultimi settori.
E' del 2017 l'intervento di manutenzione straordinaria della falesia,
insieme ad altri 8 siti tra il lecchese e la Valsassina,
nell’ambito dell’Accordo di Programma per il Sistema Falesie
Lecchesi promosso da Regione Lombardia - Assessorato allo Sport ed alle
Politiche Giovanili, con la partecipazione di Comunità Montana Lario
Orientale Valle San Martino e CM Valsassina Valvarrone Val d’Esino e
Riviera (i soggetti attuatori) e di: Collegio Regionale Guide Alpine
Lombardia, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Lecco.
Questo
aggiornamento ha tenuto conto dell'intervento della CM Lario Orientale
VSM, ponendo così rimedio ai refusi (qualche tiro mancante e diversi
nomi sbagliati) presenti su recenti pubblicazioni.
Cogliamo anche
l'occasione per correggere/completare alcune affermazioni presenti in
recenti pubblicazioni:
- l'Accordo di
Programma per le falesie ha preso avvio a seguito della conferenza
della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino:
"L'arrampicata sportiva, un'opportunità per il territorio" che si è
tenuta al Palazzo delle Paure a Lecco, il 14 dicembre 2013.
- Non è mai
esistita alcuna figura di "consulente per l'intervento di
riqualificazione delle falesie". Semmai, era stato istituito un gruppo
di lavoro tecnico per la fase di analisi e la definizione delle Linee
Guida di intervento.
Alleghiamo un piccola galleria fotografica (foto di Alessandro
Ronchi e
Giorgio Sabbioni) inviataci da Alessandro, che ringraziamo, che
rappresenta la situazione del settore Placconata prima dei lavori
(praticamente: un muro d'edera), alcune fasi della chiodatura e foto di
arrampicata con l'Alessandro abbigliato con l'inconfondibile look fine
anni '80 - primi anni '90.
Buone scalate.
|
14 Ottobre 2018.
12 ottobre 2018, pomeridiano a Galbiate,
settore Orecchia.
Sul
tiro Uccel di Bosco (5b), cosparso di zanche e splendide concrezioni,
tipiche di questo settore, trovo praticamente TUTTI gli appigli e gli
appoggi marcati con vistosissime strisciate (2X10cm di media) o grossi
bolli di magnesio. Il "lavoro" è sistematico; non è stato trascurato
nemmeno un appiglio. Non faccio ipostesi, non so chi possa vere
commesso una idiozia del genere; fulgido esempio di ignoranza dei
principi elementari di convivenza in falesia e di misera
maleducazione...... Dapprima rabbia (ho passato lo spazzolino,
ovviamente, ma appigli e appoggi erano talmente lerci che ci vorranno
un paio di piogge per pulire del tutto); poi tristezza. Che razza di
gente frequenta le falesie ?
Pietro Corti
|
11 Ottobre 2018.
Riceviamo da
Eugenio Pesci e pubblichiamo
volentieri una breve analisi storica e tecnica della parete est del
Torrione Magnaghi Centrale in Grigna Meridionale, in occasione della
recente apertura nell'estate 2018 sulla stessa parete, da parte sua e
di Ivano Zanetti (il premiato team de Il
fantasma della libertà; magnifica via sul Torrione del
Cinquantenario in Grignetta), della via nuova La Santa asinità.
Il nome ha un solido riferimento culturale, che vi invitiamo senz'altro
ad approfondire.
Tornando alla Est... Ogni tanto la Grignetta, pur essendo stata battuta
in lungo e in largo per un secolo e mezzo circa da migliaia di
escursionisti e scalatori, ogni tanto riesce a stupire con il
disvelamento di fatti o aneddoti che cambiano certe conoscenze
consolidate. Certamente non si paragonano le vicende grignesche a
quelle delle Grandi Montagne; tuttavia riteniamo che anche queste
storie minori, svolgendosi su una montagna amatissima, conosciutissima
e frequentatissima (e strabellissima), possano avere una certa
importanza.... O, quanto meno, suscitare qualche curiosità.
In particolare, risulta molto interessante la riscoperta da parte di
Zanetti-Pesci della via di Eugenio Fasana. Non tanto per la salita in
sè, divertente come tante altre classiche della Grignetta (anche se più
severa per la scarsa attrezzatura), quanto per il sorprendente livello
tecnico in rapporto all'epoca di apertura (V/V+ nel 1911) e lo stile
(in solitaria).
Il
milanese (di adozione) Fasana è un personaggio-chiave nella storia
dell'arrampicata in Grignetta, e non solo, vista la sua enorme
attività, sul quale varrà la pena tornare.
Ci limitiamo qui a ricordarne la figura di scalatore preparato
fisicamente (in palestra), risoluto e molto tecnico, oltre che
piuttosto pragmatico, tanto da essere stato tra i primi ad utilizzare i
chiodi, pochi ma determinanti, per venire a capo di alcune delle sue
salite più importanti sulla Grigna Meridionale.
Una tra tante: il Sigaro, dove Fasana, altrernandosi al comando con il
notevole atleta Erminio Dones (audace scalatore, praticamente un
kamikaze; personaggio complesso, per conoscere il quale rimandiamo al
notevolissimo lavoro di Alberto Benini su Archivi di Lecco e della Provincia, 2017:
PICCOZZE ROSSE E CAVALIERI NERI.
Alpinisti lombardi fra socialismo e fascismo), risolve il tratto chiave
avvalendosi appunto di qualche chiodo per progredire, oltre che di una
piramide umana montando sulle poderose spalle del Dones.. Che, a
seguito di un improvviso volo del Fasana, lo acchiappa al volo evitando
la catastrofe.
La paretina della "Fasana" al Secondo Magnaghi lascia immaginare che
Eugenio possa essere ricorso anche lì all'utilizzo di qualche
artificio, soprattutto per riuscire a tornare a casa alla sera ..... Ma
siamo nel campo delle congetture. Ripetendo le sue vie si resta stupiti
per le sue grandi capacità tecniche e mentali; leggendo qualcuno dei
suoi numerosissimi scritti, spesso decisamente brillanti, ci si lascia
prendere dalla sua simpatia.
Eugenio (Pesci) si è
avvalso della collaborazione dell'ottimo Ivano Zanetti; ma anche il
sottoscritto, più un pizzico di Alberto Benini, hanno avuto modo di
dare il loro modesto contributo.
Teniamo a precisare
che tutte le vie qui recensite, pur presentando diversi stili di
chiodatura e diverse difficoltà, richiedono un approccio alpinistico.
Un grazie a Eugenio ed a Ivano
Pietro Corti
|
24 Settembre 2018.

Prosegue l'aggiornamento su Larioclimb delle topos delle falesie
lecchesi, con la pubblicazione delle Promesse nel Sole,
la falesia chiodata da Gianni Ronchi, Christian Meretto e Flavio De
Stefani. Il sito e' assai comodo, vista la prossimitᅵ al parcheggio,
e offre tiri interessanti, ma va evitato dopo forti piogge o in
giornate di vento per la vicinanza di un canale che occasionalmente e'
soggetto a scariche di pietre. A causa di un preoccupante distacco
occorso nel 2017 (segnalato in Bacheca), un paio di tiri erano stati
schiodati, ed altri due erano stati smantellati gia' da tre anni,
modificando l'assetto della falesia. Recenti pubblicazioni hanno
completamente ignorato la cosa, quindi ci e' sembrato utile pubblicare
la situazione attuale.
|
21 Settembre 2018.
La
Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, unendosi alle
altre iniziative proposte dai famigliari di Daniele
Chiappa, intende ricordare la sua persona e il suo operato a
dieci anni dalla sua scomparsa con un incontro pubblico che si terrà
domenica 23 settembre alle ore 15,00 presso la sede del Rifugio S.E.L.
ai Piani dei Resinelli.
Nell’occasione, grazie ad immagini conservate nell’archivio
video-fotografico MO.di.SCA. (montagne di scatti), già in parte
consultabile nella sala dedicata all’alpinismo lecchese all’interno
della Casa Museo di Villa Gerosa, Pietro Corti ed Alberto Benini
si soffermeranno sull’attività svolta da Daniele Chiappa
nella sua vita
La Comunità Montana lo ricorda in modo speciale per essere stato
appunto il propulsore del progetto MO.di.SCA. (montagne di scatti), un
archivio digitale che raccoglie e conserva filmati, interviste,
fotografie e documenti al fine di salvaguardare, custodire e
trasmettere il patrimonio culturale legato all’immensa tradizione
alpinistica lombarda, spesso disperso in fondi privati non
accessibili.
Va
ricondotta a Daniele l’idea dell’anno 2003, sempre assieme alla
Comunità Montana, di acquistare uno stabile ai Piani dei
Resinelli per realizzarvi la sede di una scuola regionale di
formazione del soccorso alpino. Progetto che poi ha avuto evoluzione
diversa. E ancora, sempre nello stesso anno, altra idea d’avanguardia,
col progetto per la realizzazione a Balisio di un campo scuola per
ferratisti e di una torre per le prove di caduta per scuola regionale
del soccorso alpino.
Carlo Greppi
Presidente Comunità Montana Valle San Martino
|
04 Settembre 2018.
Quando
nel lontano 1990 Sonja ed io, novelli sposini, andammo a vivere a
Ballabio, alle pendici del Monte Due Mani, notammo subito quella fascia
rocciosa che sovrastava il sentiero proprio dietro casa. Qualche anno
dopo l'analizzammo meglio per valutarne l' "arrampicabilità", ma i
fitti rovi alla base e la roccia un po' sporca scoraggiavano l'inizio
dei lavori. Finalmente, in un fine settimana uggioso dell'autunno 1996
mettemmo le mani per la prima volta su quello che diventerà il Primo
Piano!
Per
noi erano gli anni delle vie nuove in Val di Mello, Qualido, Masino e
Bregaglia, e questa falesia era un passatempo nelle giornate di brutto.
Mettemmo i primi ancoraggi a mano, con il pianta-spit, ma di lì a poco
subentro' l'uso del trapano, e tutto divento' piu' facile e veloce.
Con un immane lavoro di pulizia alla base e disgaggi in parete, pian
piano attrezzammo i primi tre Piani e per ultimo, qualche anno dopo, il
settore Cuore Alpino, che richiese una pulizia ancora più pesante, ma è
ora il settore piu' ricco di tiri e piu' frequentato. LE TORRETTE erano
nate!
Essendo
cosi' vicina a casa, ogni anno aggiungevamo qualche itinerario, fino a
superare quota 100; nel frattempo facevamo pulizia e manutenzione a
quelli esistenti.
Alla fine del 2009 ci trasferimmo a vivere in Francia, e da allora
possiamo fare un minimo pulizia solo nei pochi giorni che trascorriamo
di passaggio a casa. Vedo che qualche buon'anima ogni tanto sostituisce
un moschettone di sosta (Silvano Arrigoni per primo, e forse unico
...), ma purtroppo devo notare che nessuno si premura di pulire la base
o strappare un po' di vegetazione dai tiri.
Quindi mi sentirei di raccomandare a tutte le cordate di portarsi
sempre appresso (qui e altrove, visto che la vegetazione nelle falesie
del lecchese ricresce rapidamente) un seghetto a scatto, la spazzola,
un paio di guanti per strappare i rovi, e (non si sa mai) una chiave
del 17 per fissare i dadi eventualmnete allentati. Lo abbiamo proposto
anche sulla Bacheca di Larioclimb in passato, ma devo constatare che
pochi (nessuno?) seguono il consiglio. Delle migliaia di persone che
frequentano le falesie, beneficiando del lavoro altrui, quanti si
preoccupano di spendere qualche minuto per fare un po' di manutenzione
veloce, strappando qualche ciuffo o rovo, pulendo dalle cartacce o dal
magnesio (comprese le fastidiose marcature delle prese....)? La
frequentazione è aumentata in modo esponenziale, da parte di un
pubblico proveniente dagli ambienti più dispartati, ma molto spesso l'
"utilizzo" che viene fatto delle falesie non tiene conto
dell'importanza del rispetto del luogo (spesso si scala in terreni di
proprietà), dell'ambiente, delle opere in parete e alla base e degli
altri frequentatori. Speriamo che questa cultura del
rispetto possa crescere sempre di più.
L'anno scorso Aldo Rovelli (che ringraziamo per le info) ha aggiunto
tre nuovi tiri e due link di alto livello al Terzo Piano, aumentando
ulteriormente l' "offerta" di questa comoda falesia, inoltre le ultime
novita' nella parte sinistra del settore Cuore Alpino erano in Bacheca
ma non sulla relazione, quindi presentiamo con soddisfazione
l'aggiornamento de LE TORRETTE con i suoi oltre 100 itinerari.
Buone arrampicate, e buona manutenzione ....
Paolo Vitali
|

23 Luglio 2018.
STORIE VERTICALI
Aneddoti, curiosità e ricerche su
vicende dell'alpinismo
Iniziamo in via sperimentale la rubrica STORIE VERTICALI
Con la collaborazione di Alberto Benini
(un prestigioso curriculum di
pubblicazioni sulla storia dell'alpinismo lecchese), uscendo se e
quando la voglia e il materiale ce lo consentiranno.
Una protesta
singolare
Giusto
cinquanta anni fa, il 20 agosto 1968, i carri armati sovietici
soffocavano la Primavera di Praga. Così, il dottor Frantisek Jaros,
appassionato rocciatore, assistente nel Dipartimento di Chimica Fisica
alla facoltà di Tecnologia Chimica dell'Università di Pardubice,
nell'allora Cecoslovacchia, decise di attuare una protesta simbolica, e
alquanto singolare, rimanendo per cinque giorni appollaiato su una
guglia delle "Rocce di Adrspach - Teplice". Ovviamente giocandosi la
carriera, e rischiando probabilmente ben altro !
Ci è piaciuto questo flash catturato poco fa, in una piazza di Praga,
dal dotto dottor Benini , anch'egli appassionato di corde e crode
(..... e crodini... Se ci perdonerà la misera battuta), in un anno di
altri anniversari alpinistici... Senz'altro, tecnicamente,
infinitamente più importanti ma, alla fine, anche più "leggeri".....
|
20 Agosto 2018
Pubblichiamo
l’aggiornamento della falesia di Pradello, sulla sponda orientale del
ramo lecchese del Lario, nell’anno del suo trentesimo compleanno (il
prossimo ottobre) che segna il lungo cammino dell’arrampicata sportiva
nel nostro territorio. Anche per Pradello Classica (chiamiamola così
per distinguerla dalla recente falesia di Pradello Alta di Alessandro e
Flavio, di cui pubblicheremo la topos aggiornata quando le nostre
modeste forze ce lo consentiranno), all’inizio spit messi a mano con
martello, punteruolo e olio di gomito. Poi la richiodatura con
cavallotti resinati e trapano, sempre con il prezioso supporto del
C.A.I. Vimercate.
Rimandiamo
alle pillole di storia già pubblicate, alle quali aggiungiamo una galleria fotografica simpaticamente vintage,
dell’archivio di
Alessandro Ronchi.
Alessandro Ronchi e Flavio De Stefani, come già abbiamo segnalato,
hanno fatto recentemente la pulizia e la gradinatura alle basi dei
settori, e la pulizia delle tracce che si diramano dal sentiero
principale “dei Tecett”, posando i cartelli direzionali e rinfrescando
i nomi delle vie con pennellino e vernice. A breve la posa di vasi di
fiori e parquet! Non sono mancati episodi (pochi, ma significativi) di
sporcizia, fuocherelli (non consentiti all’aperto se non in particolari
condizioni meteo, e comunque solo in aree appositamente attrezzate) ed
il furtarello di corde!!
Inutile commentare; auspicando però che gli autori di tali gesta si
tengano il più alla larga possibile da questa e dalle altre falesie.
Alessandro e Flavio hanno fatto inoltre la manutenzione dei punti di
calata in alcuni settori, cogliendo l’occasione per guardarsi un po’ in
giro, trovando così lo spazio per quattro nuovi tiri divertenti. NON è
invece opera del team Ronchi-De Stefani la manutenzione delle calate al
Grottone, con catene spesso
extra-lunghe e connettori da lavoro. Si raccomanda, in particolare per
questo settore, di avere sempre un rinvio in più nel caso il
moschettone sia bloccato.
Da questa segnalazione del Grottone sono esclusi i punti di calata
delle “prolunghe” dell’Aldo Rovelli (tiri di cui abbiamo dato notizia a
fine giugno 2017, ringraziando ancora l’Aldo per lo sbattimento).
A proposito di questi itinerari allungati, tempo fa abbiamo letto il
curioso dubbio del perché questi tiri non fossero già stati chiodati
all’epoca della nascita della falesia… Quasi si fosse trattato di una
“svista”. Si può rispondere simpaticamente sottolineando l’epoca della
chiodatura di Pradello, l’attrezzatura allora in uso, soprattutto le
corde …. E si potrebbe continuare. Altrettanto simpaticamente, ci
viene segnalato che sarebbe stato bello fare due chiacchere con il
chiodatore per condividere il progetto. Ma questo vale in generale, e
non c’è intento polemico.
Anche Pradello è stata una falesia iper-frequentata in passato, tanto
che diversi itinerari si presentano assai unti. Andiamoci quindi nei
periodi giusti (tenendo conto delle segnalazioni relative agli
interventi in corso di manutenzione delle opere paramassi), godendo di
una arrampicata nel più classico
stile lecchese: dita, movimento e precisione, sulle gocce e reglettes
tipiche della roccia di questa sponda del lago, che ogni tanto regala
anche qualche bel cannone strapiombante, giusto per “sballare” un po’ !
Pietro Corti e Paolo Vitali
Di seguito il breve report di Alessandro
SOSTITUZIONE SOSTE
SETTORI PRADELLO CLASSICA
Nei
mesi di marzo e aprile (2018) sono state sostituite le soste di calata
di alcuni settori a Pradello Classica. Si ringrazia Versante Sud per la
gentile offerta del materiale messo a disposizione. Sono stati
interessati i settori Capitombolo (dove tra l’altro io e Flavio De
Stefani abbiamo chiodato una via nuova a destra di Priscilla), Fobia
del 2000, i tiri sulla cengia di “Ramadan”, ed il settore Duracell.
Anche in questo settore abbiamo chiodato 3 vie nuove, effettuando un
lavoro di pulizia in parete da arbusti e rocce instabili. In tutto sono
stati sostituiti 35 gruppi sosta. Vorrei inoltre ricordare le solite
raccomandazioni: mantenere il posto in ordine, non accendere fuochi,
rispettare il lavoro fatto. In questo ultimo anno abbiamo cercato,
Flavio ed io, di dare una seconda vita a questa falesia in vista del
compimento dei suoi primi 30 anni dall’apertura delle prime vie, da
parte mia e di altri amici del C.A.I. Vimercate. La falesia è posta in
ambiente a dir poco bello, dove abbiamo completato i lavori realizzati
in precedenza (già descritti da Larioclimb). Tanto c’è ancora da fare
nel prossimo futuro; altri posti e settori ancora da scoprire e
chiodare non mancano! Auguriamo piacevoli arrampicate a tutti gli
scalatori nell’imminente stagione autunnale. L’avventura continua!
Alessandro Ronchi e
Flavio De Stefani
|

31 Luglio 2018.
Vista la caldazza,
pubblichiamo l'aggiornamento della bella via del Giò Chiaffarelli
"Mauro delle Montagne" alla parete ovest della Torre Cecilia in
Grignetta, dedicata all'ex gestore della Rosalba (ora gestore del
rifugio “Rocca Locatelli” - S.E.L. ai Piani dei Resinelli) Mauro
Cariboni. L'ultimo tiro della via in questione è stato liberato con
difficoltà di 7a. Rinnoviamo i complimenti al Giovanni Chiaffarelli che
ha trovato queste belle linee andandosele a cercare su sezioni di
pareti "libere". Una bella dimostrazione di fantasia che contrasta il
triste fenomeno del "tappabuchismo" alpino - o in falesia....
|
29 Luglio 2018
Riceviamo e volentiterissimo pubblichiamo la locandina dell'iniziativa Help
Nepal, che si svolgerà il prossimo 31 agosto al rifugio Antonietta
al Pialeral alle pendici della Grigna Settentrionale. Motore della
serata Floriano Castelnuovo, fortissimo alpinista lecchese da anni
residente in Nepal, protagonista nel 1986, insieme a Danilo Valsecchi,
del concatenamento in 16 ore del Pilastro nord ovest del Cengalo +
Cresta Marimonti alla P.ta Sertori + via Cassin al Badile + discesa
dallo Spigolo Nord, oltre che fotografo e cineoperatore con filmati di
gran pregio su tutte le Alpi e in Himalaya. Floriano si sta adoperando
da diverse stagioni per raccogliere fondi per la ricostruzione delle
aree del Nepal colpite dal tremendo terremoto del 2015.
|
25 Luglio 2018
Nell’ambito
dei periodici aggiornamenti di Larioclimb alle falesie nel lecchese,
pubblichiamo la falesia di Civate, uno dei 9 siti oggetto di
manutenzione straordinaria dell’Accordo di Programma per il sistema
falesie lecchesi. Il progetto, promosso da Regione Lombardia -
Assessorato allo Sport ed alle Politiche Giovanili, con la
partecipazione di Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino e
CM Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera (i soggetti attuatori) e
di: Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia, Comune, Provincia e
Camera di Commercio di Lecco, ha curato la manutenzione di circa 700 tiri di corda.
L’impulso
decisivo all’inizio dei lavori, che hanno portato alla stesura delle
Linee Guida ed alla definizione dell’Accordo di programma, è venuto
dalla conferenza della Comunità Montana Lario Orientale Valle San
Martino: “L’arrampicata sportiva, un’opportunità per il territorio”
(Palazzo delle Paure a Lecco, 14 dicembre 2013). La conferenza è stata
organizzata da Pietro Corti, che ha poi seguito passo passo,
affiancandosi in diversa misura alle due Comunità Montane, tutto l’iter
del progetto, fornendo anche la gran parte del materiale di analisi (su
concessione di larioclimb) della situazione delle falesie lecchesi.
L’operazione si è
articolata in una serie di interventi:
- pulizia delle pareti da vegetazione e rocce instabili;
- disgaggio del ciglio;
- sistemazione delle aree alla base;
- sistemazione dei sentieri di immediato accesso;
- posa di segnaletica (operazione in corso di ultimazione);
- richiodatura degli itinerari di arrampicata e revisione dei punti di
calata;
- cancellazione per quanto possibile di ogni traccia delle vecchie
chiodature.
E’ previsto inoltre un periodo decennale di manutenzione ordinaria.
La falesia di Civate compie 30 anni dalla prima chiodatura (effettuata
con il piantasapit a mano…..), e sono ormai passati circa 25 anni dalla
riattrezzatura con i mitici cavallotti resinati; un’idea venuta
all’Alessandro Ronchi durante una vacanza in Francia. Idea resa
realizzabile grazie al trapano allora messo a disposizione dal C.A.I.
di Vimercate.
La falesia, dopo un lungo periodo di furore (era una delle pochissime
in zona, tra l’altro su gradi abbordabili e con chiodatura ”umana”),
testimoniato da alcuni appoggi particolarmente marmorei, in seguito è
scivolata nel semi-abbandono, vista l’apertura di tante altre falesie
da parte, oltre che dello stesso Alessandro Ronchi & C., del
Serial Trapanator (pron.: serial trapanetor) Delfino Formenti, sulla
breccia da oltre 30 anni, e via via da altri….
L’intervento ha rimesso a nuovo una falesia interessante, da evitare
nelle giornate afose (la roccia è unta su diversi itinerari), che può
risultare una valida alternativa, seppur più limitata,
dell’affollatissima falesia di Galbiate. L’arrampicata a Civate però
non è mai scontata, e risulta spesso di difficile lettura su piccoli
appigli e appoggi che offrono, con il grip giusto, belle sequenze di
dita e movimento.
Alleghiamo per l’occasione anche l’articolo di
Alessandro Ronchi già pubblicato su “In Alto”,
il periodico del C.A.I. Vimercate, che aiuta a conoscere meglio quel
magico periodo in cui tutta la storia ebbe inizio, qui nel lecchese, a
Introbio, l’Antimedale, il Lago, il Nibbio (uno dei monumenti
dell’arrampicata, non solo sportiva, in Italia, fin dai tempi di Cassin
e di Emilio Comici); e poi Civate, Pradello, la Corna Rossa, la Val
Dell’Oro.
Il C.A.I. Vimercate; Sezione di una cittadina della Brianza che ha
sostenuto per anni (ed ha ripreso a farlo, ora che l’Alessandro è
tornato ad imbracciare il trapano) l’attività di attrezzatura di nuove
falesie nel lecchese. Ricordiamo con sincera gratitudine questa loro
generosità, che si è concretizzata nel nostro territorio ad opera
dell’Alessandro, dei suoi antichi “soci” e ora anche del Flavio De
Stefani.
Magari per tornare a Civate aspettiamo che rinfreschi un pochino (noi
intanto pubblichiamo…). Nel frattempo, nella calda estate lecchese si
può arrampicare all’Era Glaciale ai Piani di Bobbio e, nelle mattinate
“giuste”, ai Campelli
sopra Abbadia, a Erna
Sorprese
(ci scali decentemente anche in agosto, sempre che non sia troppo
umido) e qualcos’altro; scegliendo esposizione ed orario giusti. Una
volta c’era anche il Nibbio,
la falesia estiva lecchese per eccellenza.
Pietro Corti, Paolo Vitali.
|
24 Luglio 2018.
FALESIA DEI LARES
Pietro
Buzzoni ci comunica che tra l’inverno e la primavera scorsi, alla
Falesia dei Lares
si è verificato un importante distacco di una grossa lama e della
cengia erbosa che sovrastava la parete del settore Strapiombi, che ha
interessato le vie: Neve d’agosto 7a, Camosc 7b, La guerra dei Gradi
NL, Il tormento e l’estasi 7c, Mosaico NL, Il Vento dell’ovest NL,
Alpenzoo NL, Gluck im ungluk NL.
Si sconsiglia pertanto di
frequentare l'intera falesia.
Non
appena vi saranno novità positive sulla fruibilità della falesia,
verranno comunicate.
|
11 Luglio 2018.
Lavori
di posa paramassi sul San Martino
I
lavori proseguono e prevedono a partire da lunedì 16 luglio la posa in
località Pradello delle barriere paramassi mediante l'utilizzo di
elicottero.
Pertanto verrà prevista la parziale chiusura della strada comunale che
porta alla trattoria Bodega.
Si chiede di prestare MASSIMA ATTENZIONE.
|
3 Luglio 2018.
L'ERA
GLACIALE e LO SPIGOLO DEL PRETE
Riceviamo
da Aldo Rovelli, che ringraziamo, la segnalazione che domenica 1
luglio, alla falesia dell'Era Glaciale ai Piani di Bobbio, si è
verificata una scarica di grossi sassi presumibilmente provocata da una
cordata che stava percorrendo l'ultimo tiro della via "Don Lodovico" o
"Spigolo del prete" allo Zucco Barbisino ai Piani di Bobbio. Questa via
(riattrezzata diversi anni fa, quindi non
compresa nel recente Accordo di Programma sulle falesie lecchesi),
dopo i primi tiri su roccia buona/discreta, segue una dorsale di rocce
ed erba che sovrasta l'Era Glaciale. Anche il sentiero escursionistico
in quel tratto passa non lontano dal piede della parete, ed è quindi
molto esposto alla caduta di sassi.
Visto il proliferare (in alcune zone)
di itinerari più o meno belli, spesso tecnicamente facili e
generosamente attrezzati, sarebbe buona cosa non limitarsi a seguire un
resinato dopo l'altro, cercando invece di valutare le condizioni
generali in cui ci sta muovendo: terreno, affollamento sottostante,
eccetera. Tornando allo Zucco
Barbisino,
si raccomanda pertanto, in presenza di scalatori impegnati nella
falesia dell'Era Glaciale (considerando anche il frequente passaggio di
escursionisti), di NON salire lo Spigolo del prete, limitandosi al
massimo al primo tiro: 30m, 5c.
|
2 Luglio 2018.
Daniele
Verga e Marco Fossati ci segnalano la presenza di pericolosi grossi
cinghiali alla falesia dell'Occhiolo. I cinghiali non hanno accennato
comportamenti aggressivi, comunque possibili, ma spostatisi nell'area
sopra la falesia hanno provocato pericolose scariche di grosse pietre.
Purtroppo questi animali stanno proliferando su tutto il territorio,
quindi la situazione potrebbe ripetersi anche in altre falesie,
al momento non vediamo soluzioni immediate, ma segnalateci eventuali
nuovi brutti incontri!
|
29 Giugno 2018.
Riceviamo e pubblichiamo la relazione di
una iniziativa di Giacomno Regallo & C. (associazione Tubisoel), che hanno reinterpretato
a modo loro l'antica falesia della Madonna
del Bosco a Imbersago;
il paese dove c'è il traghetto leonardesco sull'Adda, per intenderci. A
modo loro, si intende pulendo di brutto, schiodando (eliminando un bel
campionario di ancoraggi a dir poco "diversamente assortiti") e
attrezzando solo le soste, per farne una falesia "TRAD".
Falesia
quindi propedeutica all'uso delle protezioni mobili, che necessita un
approccio assolutamente consapevole rispetto alla assenza totale di
protezioni fisse lungo i tiri!
|
h
25 Giugno 2018.
Prodotto dal Comune di
Lecco nell'ambito del progetto Cult City in Lombardia. Lecco tra lago e
montagna; viaggio nella terra dei promessi sposi.
- Regia: Klaus Dell'Orto
- Progetto e Story: Pietro Corti
- Riprese: Klaus Dell'Orto, Pietro Bagnara, Marta Cavallari
- Fonico: Mirko Sotgiu
- Testi e voce: Roberta Orsenigo
- Animazioni: Diego Boffelli
- Montaggio: Klaus Dell'Orto
Chapeau a Klaus e alla sua squadra di "Open Circle".
La serata è stata condotta dall'ottimissimo Serafino Ripamonti.
Lecco 2018, una sera di giugno... In piazza Garibaldi si danno convegno
tanti scalatori (oltre a un bel po' di altra gente) per condividere le
testimonianze del Ballera, Ciusse, Don Agostino, Martina, Simone,
Stefano, Alessandro e Flavio sulla scalata nel lecchese, e per godere
delle immagini e del montaggio del Klaus e della sua banda...
Lecco 1945, una sera di aprile; il 26, per la precisione ... Stessa
piazza .... ma la musica è diversa.
La colonna nazifascista in ritirata si fa strada a colpi di mitraglia;
a Lecco le formazioni partigiane combattono nelle strade e nelle
piazze. Anche la Brigata Rocciatori ... quella del Cassin, per
intenderci. In piazza Garibladi cade Vittorio Ratti, mentre combatte a
fianco di Riccardo Cassin (note tratte da CASSIN - VITA DI UN ALPINISTA
ATTRAVERSO IL '900. Guido Cassin e Daniele Redaelli; Vivalda 2001).
Vittorio Ratti è stato uno dei più forti scalatori lecchesi della sua
epoca.... e, sarà magari un po' retorico (ma non me ne preoccupo), mi
piace pensare che l'altra sera fosse lì anche lui a guardare insieme a
noi le rocce sopra i tetti di Lecco.
Pietro Corti
|

11 Giugno 2018.
"Curiosissima
torre, un vero pallone mal gonfiato".
Così Silvio Saglio nella sua guida LE GRIGNE (C.A.I. - T.C.I. 1937)
descrive uno dei torrioni meno frequentati della Grignetta. Imponente,
verticalissimo e severo. Già la via normale... molto normale non è,
visto che il formidabile Gino Carugati e Franco Brookes, la vincono nel
1914 con un ardito lancio di corda: "dal
sommo di uno spalto ... si lancia un gomitolo di spago a cavalcioni di
un esiguo spigolo circa 6 metri più in alto, poi si sostituisce lo
spago con una corda, e su per questa si vince lo strapiombo".....
E che sarà mai ???
Allora non era infrequente questa pratica da kamikaze, che il tremendo
Erminio Dones aveva utilizzato sull'Ago Teresita appena un paio di
settimane prima. E' poi Mario Dell'Oro Boga, con Mario Villa e Vittorio
Molteni, e poi Giuseppe Comi, a salire due vie molto difficili
nel 1930 e 1934, La Carlina
e la Lario.
5° e 6° secondo la gradazione del Saglio (che si rifà alla scala
Welzenbach). Sappiamo il significato di quei gradi, che sottintendevano
l'utilizzo più o meno sistematico dei chiodi per progredire, non
essendo ancora in uso la scala per l'arrampicata artificiale A0,1,2....
Guardando le date, emerge anche che il primo ad aprire vie davvero
difficili in Grigna,è stato proprio il Boga. Leggero e "nervoso", era
uno dei migliori in quel gruppo di giovani operari e formidabili
scalatori lecchesi degli anni '30, tra cui Riccardo Cassin e Gigi
Vitali.
La Mongolfiera però non offre punti deboli. Dopo il Boga infatti si
deve attendere fino al 1968, quando Daniele Chiappa e Gianni Stefanon
salgono le fessure a destra della Lario aprendo la Bob Kennedy (per ricordarne la
tragica fine in quello stesso anno) e Casimiro Ferrari, con Guerrino
Cariboni e Carlo Mauri, apre la C.A.I.
Belledo sulla impressionante parete sud, breve ma verticale e
strapiombante, con una inquietante roccia gialla a scaglie.
A nord est sale Aldino Anghileri in data imprecisata, trovando una bella via,
molto impegnativa, che verrà "liberata" da Gerri Re Depaolini nel 2013.
Con spirito più sportivo, nel 1996 Paolo Vitali sale da sud con Sonja
Brambati e Pietro Corti lungo una striscia di roccia grigia compatta,
chiodando dal basso con trapano (dalla batteria non molto
affidabile.....) e fix una interessante via assai tecnica: Zero Watt... in onore del
insidioso macchinario.
Infine, per ora, la salita di Saverio De Toffol: una arrampicata
decisamente interessante, aperta in bello stile!
|
11 Giugno 2018.
Attenzione: avvistata vipera in una
fessura a metà tiro de IL FUGGITIVO, settore ORECCHIO.
|
1 Giugno 2018.
Riceviamo
e pubblichiamo il comunicato della Comunità Montana Lario Orientale
Valle San Martino, relativo all'evento del prossimo 9 giugno alle ore
16, presso la Casa Museo di Villa Gerosa ai Piani dei Resinelli.
La
Casa Museo, inserita nella magnifica cornice del Parco Valentino ai
Resinelli, con vedute sulle guglie della Grigna Meridionale, contiene
una serie di allestimenti che presentano il territorio sotto diversi
profili. Paesaggistico, con le immagini di Mauro Lanfranchi, outdoor,
con le schede delle principali attività che si possono
svolgere sulle Grigne, Storico, con i profili di importanti alpinisti
legati ai Piani Resinelli, e naturalistico, relativamente alla
flora ed alla fauna locali.
|
20 Maggio 2018.
E'
da tempo che larioclimb cerca di difendersi dalla pessima abitudine di
utilizzare senza autorizzazione, nè tantomeno alcuna citazione
(ribadiamo che le due cose vanno di pari passo), testi, disegni,
relazioni, fotografie presenti sul sito. Molti ritengono, a torto, che
quello che circola sul web sia "free", e ne fanno ampio uso per
pubblicazioni di vario genere. Larioclimb non è stato risparmiato.
Teniamo quindi a ribadire che:
I disegni e i testi contenuti nelle
relazioni presenti nel sito
LARIOCLIMB, sono a disposizione degli scalatori esclusivamente per
scopo strettamente personale; altri eventuali utilizzi, anche parziali,
devono essere espressamente autorizzati da Larioclimb, che dovrà essere
citato come fonte. Lo stesso vale per i testi e le immagini della
Bacheca Virtuale.
|
Modulo
Segnalazione Bacheca
|
Questo
sito non rappresenta una testata giornalistica
e viene aggiornato senza alcuna periodicità , esclusivamente
sulla
base della disponibilità del materiale,
pertanto non ਠun prodotto editoriale sottoposto
alla disciplina di cui all'art. 1, comma III della L. n. 62 del
7.03.2001
I
disegni ed i testi
contenuti nelle relazioni presenti sul sito LARIOCLIMB sono a
disposizione degli scalatori; chiediamo perಠdi astenersi
dal copiarli
(anche parzialmente). Non autorizziamo quindi nessun utilizzo delle
relazioni presenti nel sito per uno scopo che non sia strettamente
personale.
|
|