IL BALLABIOT
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Evidente fascia calcarea verticale e strapiombante, posta sopra
l’abitato di Ballabio sul versante del Monte Due Mani che Marco
Nicolodi, con un mega-lavoro, ha trasformato in una validissima
falesia. Il SETTORE SINISTRO (NW) è un muro grigio verticale che
propone una arrampicata tecnica, mentre il SETTORE CENTRALE (W) è
caratterizzato da muri gialli leggermente strapiombanti, con tiri
fisici con allunghi su tacche nette e piatte. Ancora muro verticale
grigio al SETTORE DESTRO (W),con tiri tecnici su tacchette e pinzate,
con partenze strapiombanti nella parte sinistra. Roccia in genere
buona/ottima ed arrampicata piuttosto continua, spesso di non facile
lettura.
Nota: comodo
terrazzo alla base; evitare però di avvicinarsi al bordo.
Periodo
La falesia prende poco sole ed è ventilata. Si scala nelle stagioni
intermedie escludendo le giornate troppo fresche. Buona l’estate, al
mattino: sole dopo le 14, oppure dopo le 16:30 al Settore sx, che
rimane bagnato più a lungo.
Chiodatura
Ottima a Fix, non troppo obbligata sui passi chiave, comunque mai
banale.
Chiodatori
Grande
lavoro solitario e autofinanziato
di Marco Nicolodi nel 2019/2020, che ha curato ogni particolare con
grande passione e capacità. Marco è anche il chiodatore del Muro del
Butch e del Muretto del Giò, falesie ormai molto frequentate poste poco
più avanti verso il Colle di Balisio.
Avviso del
chiodatore: se gli scalatori volessero lasciare un contributo, si
possono rivolgere al bar Coyote Ugly di Ballabio (a sx dopo la
rotonda in direzione Lecco), dove si trova la topos della falesia.
Accesso
Da
Lecco con la SS36, raccordo Lecco-Valsassina, si sale a Ballabio.
Alla rotonda della galleria proseguire a dx verso il Colle di Baliso
per circa 1km, fino all’altezza di un’autofficina Subaru (Autoklaus).
Svoltare a sx in via Cinturino; primo parcheggio a dx: privato –
secondo a dx: pubblico - terzo, a sx pubblico. Attraversare la strada e
salire a sx dell’autofficina costeggiando il muro tenendolo alla
propria dx, con il prato a sx. Dopo poche decine di metri entrare
nel bosco e seguire un ripido sentiero gradinato, superando infine una
passerella in legno per entrare sulla cengia alla base della falesia.
15 minuti.
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SETTORE SINISTRO
1
UL
GIARGIANA
6b
25 m
In crescendo di difficoltà; passo duro sotto la
catena
2
UL
BAUSCIA
6b+
25 m
Sotto facile; tratto impegnativo in alto
3
STA
SCHISC
6c
25 m
Severo passaggio a passare un tettino
4
LAVADA
E SUGADA
6a+
25 m
Parte iniziale e finale intense
5
VEN
FORA
6b
25 m
Inizio atletico, poi più facile su bella roccia
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SETTORE CENTRALE
6
INSCI’
AVEGHEN
7b+
25 m
Intensa sequenza sbilanciante su placca gialla
7
STA
SU DE DOSS
7a+
25 m
Inizio atletico su buone prese, poi più cattiva
8
CATTA
SOGN
7a
25 m
Dura entrata, placca gialla, poi atletico su
tettino
9
QUEL
CHE GHE’
7b
25 m
Primo tratto atletico e delicato poi più facile
10
FERMES
CHI
7b
25 m
Strapiombo atletico iniziale con dure pinzate
11
MAZAI
O MANTEGNIL
7b
25 m
Prima parte con una serie di passi boulderosi
12
FA
NA’ I MANN
7c
25 m
Duro boulder intermedioper superare uno strapiombo
13
LASA
STA’ I DISPIASE’
7b+
25 m
Bel tiro atletico, con allunghi sotto la
catena
14
DAM
A TRA
7a+
23 m
Primo tratto fisico, riposo, poi dura placchetta
15
FA
BALA’ L’OEUCC
7a
25 m
Un bombè da superare e astuto traverso in alto
16
RAMPEGA
E TASS
6c+
23 m
Sotto di movimento; allunghi atletici sopra
17
CARLO
CUDEGA
6b
20 m
Buon riscaldo, tiro
fisico come gli altri del settore
18
PAN
E PESITT
6b
25 m
Inizialmente placca, poi camino e placca delicata
SETTORE DESTRO
19
CENT
CO CENT CRAPP
7a+
18 m
Partenza fisica, poi più facile
20
CALMA
E GESS
7c+
18 m
Continuità in strapiombo fino a metà, poi placca
21
GRASS
DE ROST
7b
18 m
Strapiombo iniziale, poi allunghi su buone prese
22
CIAPARATT
7b
18 m
Bel tiro con difficili allunghi in placca e
tettino fisico
23
O
FELE’ FA IL TO MESTE’
6c+
18 m
Entrata complicata; arrampicata fisica in alto
24
FA
MINGA IL PIRLA
7a
18 m
Allunghi in entrata, poi placca di movimento
25
TANT
AL TOC
6b+
18 m
Intensa placca nera in alto; se si fa dritta è più
dura
26
SON
SCIOPA’
6a+
18 m
Passo non banale sotto la catena
27
DESCIULES
7a
18 m
Sequenza centrale su micro liste. Una sfida a vista
28
BIGUL
DA LEGN
7a+
18 m
Dalla metà in su dura placca di movimento e continuità
29
CAMP
CAVAL
6c+
20 m
Inizio da capire, rimonta in placca e passo di
allungo in alto
30
I
DONN FAN DANA’
6c
23 m
Tiro vario,
sotto fisico e sopra di movimento in placca
31
I
DANE’ FAN DANA’
6b+
23 m
Placchetta intensa a metà. Discontinuo
32
TIREMM
INNANZ
6a
15 m
Duro passo iniziale, poi più facile
33
PIUTTOST
CHE NAGOT
5c
15 m
Facile tiro di placca (il blocco in alto è
resinato)
34
MEI
UN PIUTTOST
5c
15 m
Diedrino e placca
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LE NUOVE SCOPERTE
IN BASSA VALSASSINA - Marco Nicolodi
Era parecchio tempo che cercavo di
chiodare una falesia da zero, qualcosa di bello e di nuovo da poter
realizzare. In precedenza avevo già fatto esperienza con 4
tiri nuovi all’Occhiolo e la creazione di un piccolo settorino
limitrofo (l’occhiolino), ma i tempi erano maturi per qualcosa che
lasciasse un segno nell’arrampicata sportiva lecchese.
Di
scorribande esplorative ne avevo fatte diverse, ma finivano tutte
con un nulla di fatto: o perché la roccia faceva veramente schifo
(nella maggior parte dei casi) o semplicemente perché non riuscivo a
raggiungerle a causa di vegetazione impenetrabile oppure di basi
inesistenti o troppo scoscese. Inoltre la mia area esplorativa era
soprattutto quella del triangolo lariano, dove è vero che c’è ancora
molto da scoprire, ma è altrettanto vero che per trovare qualcosa di
bello bisogna camminare parecchio.
A quel punto mi
son detto: perché non provare in Valsassina? Li di roccia c’è né
parecchia e di facile accesso! Non tutta la Valsassina però, era la
parte bassa che mi incuriosiva, un po’ una “terra di mezzo” delle
diverse aree geografiche di chiodatura lecchese.
Devo premettere
che, proprio grazie ai fallimenti delle mie esperienze passate, mi sono
imposto di chiodare una nuova falesia solo se rispondeva a 4
requisiti importanti: qualità della
roccia, avvicinamento ragionevole, base comoda e esposizione favorevole
per i periodi estivi.
La qualità della
roccia direi che è il primo requisito, una buona roccia non è facile da
trovare ma chi cerca trova come diceva il proverbio… chiaramente era
sottinteso che il lavoro di disgaggio e/o di pulizia della vegetazione
in parete, tenendo conto dei tempi attuali dove si è fatto
parecchio, si rendeva quasi indispensabile! Sia il MURO DEL BUTCH che
il BALLABIOT infatti mi hanno richiesto giorni e giorni di
pulizia in parete, nella prima l’erba faceva da padrona e nella seconda
la roccia della parte bassa di alcuni tiri imponeva l’uso notevole del
martello, della mazza e del piede di porco!
Per avvicinamento ragionevole intendo
non più di mezz’ora e possibilmente anche meno, i climber sportivi non
sono molto avvezzi a lunghe camminate! La frequentazione di una
falesia, infatti, è inversamente proporzionale alla lunghezza
dell’avvicinamento. Può superare la mezz’ora solo se veramente bella,
vedi Ceuse… ma stiamo parlando della falesia più bella del mondo!
Base comoda… che dire? Senza un
posto pianeggiante dove potersi rilassare dopo un tiro duro il
climber sportivo si lamenta, storce il naso a alla fine… non
viene più!
L’esposizione favorevole per i periodi estivi
lo considero un requisito importante semplicemente perché nel lecchese
(e anche altrove), le falesie esposte a nord si contano
sulle dita di una mano e quindi quando arriva il caldo ci si trova
tutti nelle solite 3 o 4 falesie a fare i soliti tiri.
Quindi cari
climberoni, se non fate troppo gli schizzinosi per qualche presetta o
qualche appoggino che si possono rompere e volete divertirvi su nuove
esperienze verticali ecco a voi le nuove nate:
il MURO DEL BUTCH e IL BALLABIOT.
p.s.
Ringrazio diversi amici climber (in particolare Alberto Tagliabue,
Angelo Curti e Massimiliano Piazza) che mi hanno dato una mano in
alcuni momenti del lavoro di chiodatura.
L’attrezzatura utilizzata (spit e soste) è stata tutta acquistata da
Kinobi di Emanuele Pelizzari.
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