GRIGNA MERIDIONALE - TORRE CECILIA 1800 m
FAHRENHEIT 451

Versione stampabile PDF  Photo Gallery

La parete sud della Torre Cecilia č una delle piů imponenti della Grignetta: un grande scudo giallo repulsivo di roccia scagliosa, verticalissimo o aggettante, inciso nella parte superiore da un’unica, profonda fessura sinuosa. La via Tapiocrč, una linea aperta a chiodi e fix (ora prevalentemente a resinati, dopo la richiodatura del 2002) di Tiziano Capitoli e Renč Comin del giugno 1981, sale le fenditure sulla sinistra, mentre la semisconosciuta via del Bastiančl segue i diedri sulla destra, su roccia a tratti friabile ed erbosa. Una gran bella impresa degli anni d’oro dell’alpinismo lecchese.

Dalla guida di Claudio Cima SCALATE NELLE GRIGNE, Tamari Editori 1975: Parete SSE via del Bastianella; prima ascensione Luigi Pozzi con Francesco Polvara, 7 luglio 1935 in 8 ore. Via TD mai ripetuta.

Il Bastianella (meglio: Bastiančl) č stato uno scalatore del rione lecchese di Acquate attivo negli anni ’30; estroverso e molto abile, poco conosciuto ma degno di nota. La via č stata ripetuta da Benigno Balatti e Luigi Giordani il 22.8.2003, dichiarando: 4°/6°, 1 passo in A2, 1 passo in A0; probabile prima ripetizione.

Lo scudo viene affrontato di petto (cioč in centro) dal Ragno di Lecco Dino Piazza nel 1959. Ancora sulla guida Cima del 1975, si legge: Parete S via dei Ragni; prima ascensione Dino Piazza, Arnaldo Tizzoni, Mario Colombo, 4 agosto 1959 in 13 ore, usando 80 chiodi di cui molti ad espansione. ED. Ripetuta da Giuseppe Lafranconi con Pierlorenzo Acquistapace nel 1961, e ancora dallo stesso Acquistapace con Casimiro Ferrari. …. artificiale ad espansione-pressione estremamente precaria nella prima parte, indi passaggi in libera molto impegnativi. Nel 1962 l’Acquistapace, detto Canella (in lecchese: Cančla; il soprannome deriva dal calciatore attivo tra gli anni ’50 e ’60) parteciperŕ alla “prima italiana” dell’Eigerwand.

Si trova qualcos’altro nella guida Cima del 1971: via diretta dei Ragni, ED inf. 180m. La via consta di 4 lunghezze … superando pance e rigonfiamenti e da ultimo una fessura con roccia spesso friabile. Le prime tre lunghezze sono in artificiale molto impegnativo (A2-A3, un passaggio di VI durissimo). La fessura č di IV. Un bel “quarto della Grigna” verrebbe da dire; almeno a guardarla da lontano.

La via dei Ragni viene ripetuta dal fuoriclasse Marco Anghileri, Butch, in solitaria, l’1 agosto 2011, esibendosi in una difficile (e precaria) chiodatura, avendo trovato la via completamente schiodata dopo i primi dieci metri. Me lo immagino il Butch, calmo e concentrato come al solito, a saggiare uno per uno, con la pazienza di un certosino, i buchetti quasi tutti ciechi fino a trovare quello buono, dove il chiodino a punta entra “cantando” … E via cosě per decine di metri, senza perdere un colpo.

E poi l’ultima via, a sinistra della via del Bastiančl, lungo una linea di diedri obliqui che si infrangono contro una cornice di strapiombi. Autore il Saverio De Toffol (quello di Third stone from the sun alla Mongolfiera), che con bell’intuito riporta alla ribalta un’altra parete dimenticata della Grigna.

La via č di assoluto stampo alpinistico, nonostante la presenza di fix (oltre ai chiodi tradizionali), e va affrontata con una solida esperienza; č necessario anche integrare le protezioni con i friend. Roccia: numerose sezioni friabili; occorre quindi sapersi muovere di conseguenza. Stile: a parte il muro strapiombante finale, prevale la scalata “di appoggio”. Un tratto di L3 č in comune con la via del Bastiančl.

Periodo
Da fine primavera a inizio autunno; la parete va al sole dalla tarda mattinata. Ambiente alpino; attenzione alla meteo: pericolo di temporali improvvisi.  

Chiodatura
Attrezzatura mista a chiodi e fix. Portare martello e due chiodi corti nel caso fuoriuscissero nel 5° tiro di artif. 15 rinvii, Camalots dal 0,3 al 3 raddoppiando il 2 (giallo) e lo 0.75 (verde); consigliato il 4 per L3. Set di dadi medio-piccoli, cordini, 2 staffe. Tutte le soste sono attrezzate con 2 fix 10mm.

Primi salitori
Saverio De Toffol, Jorge Palacios e Fabio Milanesi, in quattro riprese a partire da ottobre 2018. Terminata il 5 luglio 2019.

Accesso
Oltrepassato il piazzale dei Piani dei Resinelli si prende la strada che sale a dx appena prima della chiesetta, svoltando a sx al primo bivio. Scendere all'ex rifugio Alippi, a monte del quale si dirama a dx una sterrata che porta all'inizio del Sentiero delle Foppe per il Rifugio Rosalba (n° 9). Un cartello vieta l’accesso in auto, quindi si parcheggia sulla strada asfaltata. Seguire a piedi la sterrata per pochi minuti, superare una breve salita con il fondo in cemento, proseguendo in piano per una pista nella faggeta, e finalmente si imbocca il sentiero che scende in Val Scepina (splendida vista sul Fungo e la Torre Costanza), e prosegue per la Rosalba. Prima di giungere al rifugio, all'altezza del punto piů basso del Cinquantenario, ci si porta a dx ad un canale, attraversandolo su sfasciumi fino alla base della parete Sud del Cinquantenario. Si supera un risalto roccioso a dx (la classica e magnifica via Gandin inizia qualche metro piů sopra a sx) e si risale il pendio di roccette erbose verso la gialla parete sud del Cecilia, portandosi verso dx ad una selletta, poco oltre la quale inizia la via. S0 con un fix. Ore 1,40

FAHRENHEIT451 (romanzo di fantascienza anni ’50 e film anni ’60)
146 mt / 6L -VI-/A1

L1 VI+ (un passaggio) 28m 8 chiodi e 2 fix 10 mm. Dalla sosta di partenza salire in obliquo a dx su bella roccia grigia, quindi salire diritti raggiungendo una placca gialla di roccia compatta. Da qui obliquare a dx, poi su diritti (tratto friabile); superato uno strapiombino andare in obliquo a dx su roccia migliore raggiungendo la sosta posta sotto un colatoio nero. S1 su due fix 10mm

L2 V 15m 3 fix 10mm. Risalire il colatoio per una decina di metri, quindi traversare decisamente a dx (facile) raggiungendo la sosta situata su un pendio di bellissima roccia grigia lavorata. S2 su due fix 10mm

L3 VI 30m 5 chiodi. Obliquare a dx su bella roccia lavorata fino a raggiungere un diedro fessura appoggiato (qui inizia il tratto in comune con la via del Bastiančl), risalire con arrampicata a volte delicata il lungo diedro, fino ad arrivare al comodo terrazzino (finisce qui il tratto in comune con la via del Bastiančl, che prosegue diritta continuando nel diedro). S3 su due fix 10mm

Tiro molto impegnativo, per la continuitŕ e la delicatezza della roccia nel tratto piů intenso.

L4 IV 18m 3 chiodi. In obliquo verso sx su bella placca grigia compatta, poi diritto raggiungendo una zona molto appoggiata; traversare facilmente a sx poi ancora diritti fino alla sosta sotto gli strapiombi nero/grigi. S4 su due fix 10mm

L5 IV/A1 20m 6 chiodi e 7 fix 10 mm. Diritti per pochi metri, traversare decisamente a sx, poi ancora diritti fin sotto un muro nero compatto strapiombante. Procedere verticalmente con arrampicata artificiale per otto di metri, quindi, sempre in artificiale, piegare a sx fino a raggiungere una larga e corta fessura che si esaurisce in una nicchia. S5 su due fix 10mm

Tiro nel complesso molto strapiombante ed espostissimo. L'ultimo chiodo č assai lontano, e occorre piazzare alcuni friend per raggiungerlo e poi uscire nella nicchia di sosta.

L6 IV 35m 1 chiodo. Traversare in esposizione verso dx, superare un breve muretto e dirigersi verso un piccolo mugo. Da lě con arrampicata facile e senza percorso obbligato si raggiunge la cresta dove č situata l'ultima sosta della via Marimonti.

Discesa

Lungo la Normale al Cecilia: dalla sosta Marimonti superare gli ultimi gradoni (procedere assicurati), poi seguire la traccia sul pendio sommitale. Abbassarsi infine verso sx (attenzione) fino ad un resinato presso il ciglio della parete. Sporgersi alla catena della Normale (procedere assicurati) e scendere con una doppia da 50m fino alla forcella Torre Rosalba – Cecilia, da cui si scende nel canalino sottostante raggiungendo il rifugio Rosalba.

Testi, disegni e immagini: Copyright © 2019 larioclimb.paolo-sonja.net
Accessi a LARIOCLIMB
Accessi alla Homepage Paolo&Sonja