Il
Torrione Clerici è intitolato al milanese Giuseppe Clerici, primo
salitore nel 1905 con Eugenio Moraschini della Cresta Segantini. Siamo
in pieno periodo pionieristico per l’arrampicata in Grigna, e “Il
Clerici” viene salito per la prima volta il 14 luglio 1901 dal facile
versante est dall’alpinista di Friburgo Joseph Dorn, residente a Milano
per lavoro. Poi Eugenio Moraschini e lo stesso Clerici salgono il
canale Sud a maggio del 1906. Nel 1909 Arturo Andreoletti detto “il
Padreterno” e Carlo Prochownick, due dei più importanti scalatori della
Grigna dei primi del ‘900, salgono il versante NO. Si tratta di brevi
vie esplorative; in seguito, la guglia diventa più popolare grazie alla
via aperta sullo spigolo sud occidentale da Mario Dell’Oro detto
“Boga”, uno dei migliori scalatori lecchesi (e italiani) degli anni
’30, Cesare Ferrario e Giovanni Giudici detto “Farfallino”, Partigiano,
caduto durante la Guerra di Liberazione. Il Torrione è una struttura
imponente e molto complessa che, oltre allo Spigolo Boga, è percorso da
poche altre vie di rilievo: quella del 1936 di Giuseppe Valsecchi,
Mario Camporini e Oberdan Monti (o Mario Molteni, le informazioni sono
discordanti), la via dei milanesi Nino Cattaneo e Giovanni Rusconi del
1938, e quella di Angelo Longoni, Battista Airoldi e Giovanni Fioretta
del 1957. Sul severo versante sud ovest sale la via del fuoriclasse
caloziese Ercole Esposito detto “Ruchin”, Teodolindo Mellesi e Gentile
Butta del 3 (o 4) settembre 1939. La via, intitolata a Luigi De Ponti,
è lunga 150 metri e richiese 7 ore di scalata e una ventina di chiodi. Sulla
parete ovest sale la via di Saverio De Toffol e Jorge Leonel Palacios,
un itinerario prevalentemente “Trad”, con fix alle soste e qualche
chiodo/clessidra lungo i tiri. La via è di stampo alpinistico: è indispensabile saper integrare le scarse protezioni e valutare la qualità della roccia. Quest’ultima è di qualità variabile su L3; prevalentemente buona altrove. Dalle
parole di Saverio. “L' idea di aprire una via nuova sulla Ovest del
Torrione Clerici mi è venuta quando, scendendo dal Colle Valsecchi nel
tardo pomeriggio (provenendo dal Val Scarettone nel corso degli
innumerevoli vai e vieni dal Torrione Palma), si poteva ben individuare
tra luce e ombra il sistema di fessure che conduceva alla cresta della
cima. È da diversi anni che con l’amico Jorge Palacios siamo alla
ricerca di nuovi itinerari in Grigna che siano il più possibile logici
(cioè lungo le linee naturali offerte dalla roccia) e proteggibili con
chiodi normali e ancoraggi “veloci”. Con l’eccezione dell’utilizzo dei
fix nelle soste. Non è semplice seguire rigorosamente questo stile; a
volte ci riesce, a volte no, e ci siamo trovati a mettere dei fix su
certi passaggi lungo i tiri. Nel caso del Torrione Clerici invece la
cosa è riuscita al meglio”.
Periodo Da fine primavera a inizio autunno, sole al pomeriggio. Ambiente alpino: attenzione ai temporali.
Chiodatura La
via è (poco) attrezzata a chiodi e clessidre cordonate; fix alle soste.
Portare friends BD dal 0,4 al 4, microfriend e cordini. Martello e
qualche chiodo consigliati ma non indispensabili.
Primi salitori Saverio De Toffol e Jorge Leonel Palacios, 15 e 19 giugno 2022 .
Accesso Oltrepassato
il piazzale-parcheggio a pagamento dei Piani Resinelli, si sale a dx
appena prima della chiesetta; al primo bivio continuare diritti in
salita (Via Caimi) tenendo la dx ai successivi bivi, giungendo, al
termine della strada, ad uno spiazzo presso l’acquedotto. Grandi
difficoltà di parcheggio nei festivi! Prendere il sentiero a sx che,
sfiorando un piccolo vallo paramassi ed oltrepassando alcune reti,
giunge allo sbocco del Canale Caimi. Da qui seguire la Direttissima (n°
8) verso sx fino al bivio per il Sentiero Giorgio (Direttissima
originale) che scende a sx. Proseguire invece diritti lungo il Raccordo
della Direttissima per il sentiero Cecilia, che porta fin nei pressi
del Colle Valsecchi. Attraversata la zona della frana (cavi) si entra
nel Canale Valsecchi. Dopo aver superato una strozzatura rocciosa con
catena (attenzione all’uscita: forte pericolo di smuovere sassi)
proseguire fino all'altezza di un grosso mugo. A questo punto lasciare
il sentiero e dirigersi verso l'evidente fessura dove parte la via. Ore
1,30
Relazioni basate sui dati di Saverio De Toffol e Jorge Palacios – Foto di Saverio De Toffol
L1 VI+ 15m 3 ch., 3 clessidre cordonate, 2 fix di sosta.
Salire qualche metro in fessura, poi uscire a dx in placca fino ad un
ripiano. Ritornare nella fessura arrampicando al suo esterno, e dopo
pochi metri uscire a sx in parete. Superare di decisione un ostico
passaggio, quindi raggiungere la sosta più
facilmente.
L2 V 20m 1 ch., 2 fix di sosta.
Andare a dx in placca raggiungendo di nuovo la fessura, superare un
diedro breve ma ostico, quindi per gradoni raggiungere la sosta posta
sotto una fessura gialla. L3 VI 25m 2 ch. 3 clessidre cordonate, 2 fix di sosta. Salire la fessura dapprima su roccia gialla delicata, poi su roccia grigia con tratti che “suonano vuoto”. Attenzione. L4 IV 15m, 2 fix di sosta.
A questo punto l'itinerario è interrotto da una larga spaccatura.
Salire il pilastrino sopra la sosta, poi, arrivati in cima, effettuare
una calata di 10m fino alla sosta al di là della spaccatura. L5 VI-, 30m 3 ch. 1 clessidra cordonata, 2 fix di sosta.
Spostarsi a sx per qualche metro, poi salire in verticale fin sotto un
rigonfiamento. Evitarlo sulla sx seguendo una lunga fessura. Dove
questa si esaurisce traversare a dx in placca, oltre la quale si
continua verticalmente, in leggero obliquo verso dx, fino ad una
terrazza ghiaiosa dove è posta la sosta. Tiro molto bello. L6 IV-, 30m sosta su spuntone cordonato con maillon.
Obliquare verso dx ad una fessura che conduce sulla cresta, seguire
quest'ultima verso fino ad uno spuntone cordonato dove si sosta.
Discesa: Dallo
spuntone con una doppia da 30m si giunge alla base. Ora salire verso
Nord fino ad incrociare il sentiero Cecilia. Seguirlo verso sx fino al
Colle Valsecchi, poi scendere per il Canale Valsecchi (Raccordo della
Direttissima) e seguire a ritroso l’Accesso.