1
VIA VITALI LONGONI
Germano
Gigi
Vitali, Angelo Angiul Longoni. 7.9.1941
110m – 3L compresa la L1 della RIZIERI al Sigaro
VII (VI- obb.)
P3 – 12 rinvii, scelta di dadi e friend. Protezioni a chiodi e
resinati,
da integrare. Soste a resinati. Itinerario meritevole e severo, su
roccia molto
buona.
Dalla
S1 della Rizieri al Sigaro spostarsi a sx ad un ripiano, poi salire
qualche metro alla S1bis sulla Forcella del Sigaro. Superare un
diedrino
compatto, poi raggiungere una spaccatura al cui termine si traversa a
sx alla
S2. Oltrepassato l’atletico strapiombino soprastante, si prosegue per
una lunga
fenditura obliqua su difficoltà minori (IV e V) ma con scarse
protezioni, da
integrare.
2
IL CHIODO DEL BIGIO
Bruno
Quaresima, Eugenio Pesci, in più riprese. Terminata
il 24.8.2003
150m
– 5L
7a
(6b obb.)
P2/P3 - 14 rinvii, dadi e scelta di friend piccoli/medi. Chiodatura a
fix, in un tratto distanziata e non facilmente integrabile su L3. Via
discreta,
con passaggi interessanti. Roccia nel complesso buona con qualche
tratto
delicato.
L1
6a 35m
Ripido pilastrino con brevi tratti su roccia delicata
L2
7a 40m Entrata di dita e passo di
decisione. Poi continuità su muro a tacche ed ostico strapiombino,
uscendo per rocce più
articolate.
Diversi passi su scaglie: un po’ di attenzione
L3
6a+ 30m Muretti verticali e strapiombino, con un tratto chiodato lungo
L4
5b 25m Placche compatte verso
sx incrociando la Panzeri; S4 facoltativa sotto la cresta
L5
6a 15m Spostarsi a sx e
raggiungere la cresta
3
VIA PANZERI
Vittorio
Panzeri Cagiada, Mario
Galbusera, Andrea Invernizzi. Agosto 1935
130m – 5L
VII+ (V+ obb.)
P2/P3 – 12 rinvii, qualche dado e friend. Protezioni
a chiodi e resinati, eventualmente da integrare. Soste a resinati. Via
rinomata, su roccia prevalentemente molto buona/ottima.
Inizia
all’ingresso del breve corridoio tra Sigaro e Primo Magnaghi;
salire una serie di spaccature uscendo per un bel diedrino alla S1.
Superare
uno strapiombino e, poco sopra, obliquare a sx con passaggi poco
intuibili alla
scomoda S2. Entrare a dx in uno stretto diedrino e passare il tetto
lungo una
faticosa spaccatura; poi più facilmente ad una cengia. A dx rimontare
la
placconata che si sale con magnifica arrampicata tendendo leggermente a
sx; proseguire
poi su placche adagiate fino alla cresta. Da qui è possibile scendere
subito
(vedi disegno), oppure si raggiunge la vetta lungo la cresta Sud (80m,
2/3).
4
VIA ANNA
Giuseppe
Bianchetti, in più riprese e in parte
dall’alto. Terminata nell’autunno 2002
150m
– 6L
7b
(5c obb.)
P2 - 14 rinvii, qualche dado e scelta di friend piccoli/medi.
Chiodatura
a fix relativamente ravvicinata fino alla S3; poi da integrare. Soste a
fix.
Via molto forzata, con passaggi di difficile interpretazione.
L1
6a 30m Al
primo resinato della Panzeri, spostarsi a sx e
salire dei risalti ed un muretto tecnico
L2 7b 15m
Duro boulder d’entrata su muretto di dita, poi spigolino verticale.
Evitando i
passi iniziali (partendo sulla Panzeri e rientrando poco
sopra a sx), la difficoltà è sul 6c
L3
7a 30m Aggirare
a sx il tetto in grande esposizione ed
alzarsi con movimenti difficili su tacchette,
uscendo per muretti strapiombanti con buone
prese; in ultimo proteggersi. Giunti alla S3 salire pochi metri alla S3 bis,
in comune con la Panzeri
L4
5a 30m Superare
la bella placconata partendo su una lama
L5
5b 30m Ancora per placche
compatte fino ad una sosta sotto la cresta
L6
6a 15m Spostarsi a sx e
raggiungere la cresta. Tratto in comune con l’itinerario precedente
5
FRAGILMENTE
Paolo
Serralunga con l’aiuto di Mario Vanni, Francesco Sportelli e Christian
Ayala,
in più riprese. Terminata il 13.7.2019
120m – 3L
7a/A1
(6c/6c+ obb.)
P3 - 15 rinvii, una serie di friend, da quelli piccoli al #3 BD.
Chiodatura:
L1 fix Inox 10mm ed una clessidra - L2 un chiodo poco sopra la S1 – L3
piccola
clessidra. La
seconda e terza lunghezza quindi sono quasi
interamente "Trad", mentre le soste erano già esistenti. I primi
salitori non hanno aggiunto materiale per non creare confusione con le
altre
vie. Roccia nel complesso
buona/ottima.
L1
7a/A1 60m
Inizia pochi metri a dx della Spaccatura Dones. Lunghissimo
tiro che termina ad una cengia, primo punto di riposo naturale.
Salire un breve zoccolo di circa 5m fino ad un terrazzino, al di sopra
del quale si vede il primo fix. Dopo
qualche passo ingaggioso su un bombè, inizia un
muro
compatto leggermente strapiombante con piccole prese, per ora in A1
(probabile
difficoltà in libera molto elevata). La parte finale del tiro, su
roccia
articolata, è da proteggere senza particolari problemi; è presente un
cordino
in clessidra, che indica la direzione. È consigliabile usare rinvii
lunghi o
sfalsare le mezze corde nei primi 4 fix del tiro per limitare gli
attriti.
L2
6b 27m
Muretto
con
un chiodo poco sopra la S1, poi si
segue una
fessura proteggendosi con i friend fino alla sosta de L'anima delle
nuvole.
L3
6b 33m
Inizia tra la L'anima delle nuvole e la sua
variante di destra, mantenendosi tra le due linee di fix. La direzione
viene
data dal cordino lasciato attorno alla piccola clessidra sopra il primo
bombè.
Si usano protezioni veloci per tutto il tiro (non facili da posizionare
nella
prima parte), superando dapprima una placca, poi un bombé e il
successivo
muretto, fino ad arrivare per roccia più articolata alla sosta della
variante
di destra de L'anima delle nuvole
Nota: nella seconda metà di L3
si
passa vicino a un fix con cordone in posizione isolata (non utilizzato
come
protezione in apertura) che non sembra far parte di alcuna via, ma è
piuttosto
sembrato un ancoraggio usato da altri in precedenza per lavori di
chiodatura.
6.SPACCATURA
DONES
Erminio
Dones, Angelo Vassalli. 1915
160m – 5L
VI+ (VI- obb.)
P4 – 12 rinvii, dadi e friend assortiti; eventualmente una piccola
scelta di chiodi per le soste. Chiodatura tradizionale (non abbondante)
e
datata nei primi due tiri, poi quasi nulla! S1-S2-S3 su chiodi (la S3
su un
solo chiodo!), le altre da attrezzare. Itinerario storico (e molto
severo); un
exploit di assoluto rilievo all’alba della Prima Guerra mondiale, lungo
la profonda
spaccatura obliqua della parete Ovest.
Inizia
in un camino strapiombante e continua nel colatoio con strozzature
impegnative; roccia buona. Ultimi tre tiri più facili ma su roccia
talora delicata.
Usciti in cresta, seguirla per 40/50m fino in vetta.
7
L’ANIMA DELLE NUVOLE (dedicata
a Lorenzo Lore
Mazzoleni)
Pietro
Buzzoni,
Eugenio Pesci.
Ottobre 2009
130m
– 5L
6c
(6a+ obb.)
P3
- 12 rinvii, dadi piccoli e friend fino al #0.75 BD Attrezzzatura a
fix e qualche chiodo; da integrare. Roccia da buona a ottima ed
arrampicata
varia con tratti tecnici talvolta chiodati piuttosto lunghi.
L1
6c 20m
Parte
circa 20m sotto
la Clara, presso un fix sulla caratteristica placca nel canalone Porta, alla base del grande
strapiombo che
caratterizza il lato sinistro della Spaccatura Dones. Traversare
5m in strapiombo (roccia ripulita e chiodatura ravvicinata) poi muro
verticale e traverso obbligato in placca
su roccia ottima (e chiodatura lunga).Raggiunto lo spigolo, molto
esposto, si supera uno
strapiombino fessurato per sostare su un aereo terrazzino
L2
5c 20m
Seguire la costola
soprastante fino ad una clessidra cordonata, da cui si attraversa a dx, incrociando Spaccatura Dones.
Proseguire verso
dx su facili gradoni fino ad una cengia.
Divertente arrampicata su solida roccia
lavorata; chiodatura essenziale, ben integrabile
L3 6a 35m
Muro
compatto
verticale a buchi con arrampicata di continuità su ottima roccia.
Chiodatura
lunga, difficilmente integrabile
L4 6b 20m
Placca
compatta, tecnicissima per i piedi,
poi verso sx (più
facile ma
con passi obbligati), uscendo
per un risalto strapiombante
più fisico fino ad una nicchia. Da qui a dx a rimontare
lo strapiombo per una buona fessura, fino ad un comodo terrazzino.
Roccia
ottima
L5 6a 35m
Lungo
una fessura fino ad una placca compatta che si sale fino ad un tettino;
superarlo,
poi
per una larga fessura si raggiunge la sosta, poco prima della cresta.
Roccia
ottima e chiodatura a tratti lunga
Possibile
discesa lungo La stessa via dalle soste attrezzate (molto
impegnativa): dalla S5 alla S3 con una lunga calata obliqua
con tratti strapiombanti. Passare qualche rinvio per non perdere
contatto con
la parete e fare attenzione al recupero delle corde. Dalla S3 alla S1,
e da qui
a terra con una calata completamente nel vuoto. Corde da 60m
7A
VARIANTE
Eugenio
Pesci (dall’alto)
L1
6a 35m Dalla S3 salire sulla destra su placche ripide fino in cresta
8
IN MY LIFE
Eugenio
Pesci, dall’alto. 2015. Prima salita dal Basso: Eugenio Pesci e
Giovanni Chiaffarelli. Prima libera: Maurizio Icio
Ballabio
140m – 4L
7c/7c+ (6c obb.)
P2/P3 - 20 rinvii, friend piccoli. Attrezzatura a fix, con alcuni
tratti
“lunghi”. Itinerario forzato dall’alto (incrocia la Clara in due punti)
che,
insieme alla via Anna, stona con la storia del luogo.
L1
7c/7c+ 40m
Lungo tiro inizialmente strapiombante, di continuità
L2 4a 20m
Traversare a dx, sostando oltre la Spaccatura Dones, 2m a sx de l’Anima
delle nuvole
L3 7a+ 30m
Entrata molto dura, poi si segue un pilastrino più facile (intorno al
6a)
L4
6c 45m Lunga placca tecnica su
ottima roccia uscendo in cresta. Primo fix alto
9
VIA CLARA
Walter
Bonatti, Camillo Barzaghi. 1949
140m – 5L
VII+ (VI- obb.)
P3/P4 - 16 rinvii, qualche dado/friend ed eventualmente una piccola
scelta di chiodi. Chiodatura datata, relativamente abbondante su L1,
poi molto rarefatta.
Soste su chiodi, da verificare ed eventualmente rinforzare, a parte la
sosta in
comune con la Graziella. Itinerario molto interessante ed impegnativo
con tratti
delicati nel primo tiro, poi la roccia diventa da buona a ottima.
Inizia
a dx della Graziella su una scaglia friabile, a cui segue un
diedrino giallo ed un difficile traverso a dx su una cornice spiovente;
S1 su
clessidra; da rinforzare (ev. unire al breve tiro successivo;
attenzione allo
scorrimento). Salire verso sx più facilmente, S2, aggirare lo spigolo a
sx e
seguire un diedrino ad arco (S3 originale); superare lo strapiombino
con buoni
appigli e proseguire su belle placche avvicinandosi alla Graziella,
uscendo con
quest’ultima. La linea della via sopra lo strapiombino non è ben
definita,
vista la scarsità di chiodi, e quasi coincide con la Graziella.
10
VIA GRAZIELLA
Angelo
Pizzoccolo, Vasco Taldo. Gennaio 1969
130m - 4L
V+ (obb.)
P2/P3 – 12 rinvii, qualche dado e friend. Protezioni
a chiodi e resinati, eventualmente da
integrare. Soste a resinati. Scalata
molto piacevole
con bellissimi passaggi su roccia buona/ottima.
Salire
una evidente spaccatura con entrata impegnativa. Dalla S1 salire
la fessura a dx fin sotto il tettino, che si aggira a sx su buoni
appigli;
rimontare una cornice e spostarsi a dx alla S2. Risalire la placconata
(un
tratto su fessura con passi atletici), uscendo in cresta a poca
distanza dalla
vetta.
11.VIA
MARIO
TODESCO
Angelo
Pizzoccolo, Vasco Taldo. 9.3.1969.
160m – 6L
VII+ (VI- obb.)
P3 – 16 rinvii, qualche dado e friend; piccola scelta di chiodi.
Chiodatura
tradizionale, da verificare. Itinerario impegnativo, percorso molto di
rado ma
con passi interessanti su roccia buona, con qualche tratto delicato. Si
tratta
in realtà di varianti dirette alla Marinella.
L1
in comune con la Graziella, poi si continua nella spaccatura (IV/V)
fino al terrazzo della Marinella. Salire la var. Gogna ed il diedrino
del tiro
successivo (Marinella), proseguendo diritti mentre la Marinella
traversa a sx. Raggiunta
la sosta, si sale a dx della Marinella superando un tettino sulla dx, e
traversando più sopra verso sx sotto degli strapiombini, uscendo per la
Marinella.
12
IL SOL DELL’AVVENIR
Gerardo
Gerri Re Depaolini,
Eugenio
Pesci.
15 e 16.9.2002
110m – 5L
VII (VI+ obb.)
P3 - 12 rinvii, dadi, friend e tricam medio-piccoli. Attrezzatura mista
a fix e chiodi (anche alle soste), da integrare. Via
severa, molto interessante, su roccia
generalmente buona – ottima.
L1
VII 20m Inizia
a dx di una rientranza oltre la Graziella, e
supera una placca compatta con protezioni lontane
L2
VI+ 25m Spostarsi
a dx,
salire a un fix e quindi ad un chiodo; alzarsi ora verso sx su roccia
compatta (tratto da proteggere con un friend; spit
successivo non visibile) traversando infine
a dx ad un diedro
L3
V+ 25m Seguire
il diedro
superando il tettino che lo chiude, poi obliquare a dx alla sosta
L4
VI 25m Salire
verso sx, uscendo per un pilastrino sul
bordo dell’incavo di un’antica frana
L5
IV 15m Salire più facilmente alla
cresta sommitale
13
VIA MARINELLA
Vittorio
Panzeri Cagiada, Pierino
Cattaneo, Ugo Tizzoni. Giugno 1933
Variante: Alessandro
Gogna, Gianni Calcagno 1968
110m – 5L
VII- (obb.). Oppure, seguendo la variante Gogna: VI+(V+/VI
obb.)
P2/P3
– 12 rinvii, qualche dado e friend. Protezioni
a chiodi, abbastanza buoni, comunque da verificare. Attrezzatura soste
mista: chiodi,
fix e resinati. Una
delle salite in assoluto più importanti della
Grignetta, aperta con grande intuito e coraggio dal fuoriclasse Panzeri
su una parete
compattissima, collegando le zone arrampicabili con astuti traversi. Il
secondo
tiro originale, molto difficile e con scarsissime protezioni, è stato
evitato,
35 anni dopo, dalla più facile Variante Gogna.
Inizia
in una spaccatura-diedro che dal Canalone Porta sale ad un
terrazzo. Il tiro (poco percorso) è evitabile proseguendo nel Canalone
e, oltrepassata
una strozzatura, si abbandona il canale per seguire una facile rampa
sulla dx
fino al terrazzo della S1. Da qui salire la Variante Gogna che
supera
una placca, traversa a dx e sale un diedrino ed uno strapiombino, S2.
Diritti
in un diedrino fin sotto gli strapiombi (la Mario Todesco a questo
punto sale
diritta); aggirare lo spigolo a sx e traversare in leggera discesa alla
S3 con resinati
e catena. Spostarsi a sx, alzarsi qualche metro ed effettuare il
secondo
traverso, a dx, con impegnativi passi obbligati. Dalla S4 salire
diritti su
roccia a tratti delicata (V+/VI-, pochi chiodi), uscendo per una
fessura.
Via
originale: dal terrazzo della S1 scendere qualche metro a dx e
salire su parete verticale e compatta, per poi rientrare verso sx alla
sosta. All’inizio
VI+/VII-, poi V/V+ (improteggibile). Il tiro conta
pochissime ripetizioni, che hanno confermano l’impegno tecnico e
psicologico e la difficoltà ad integrare le poche protezioni esistenti:
solo 4
vecchi chiodi di cui 2 vicinissimi.
14.NASTASSJA
KINSKI
Eugenio
Pesci, Giovanni Rivolta. 1989.
90m – 3L
7a (6b+ obb.)
P2 – 12 rinvii, qualche dado e friend piccolo. Ancoraggi e soste a
resinati. Bella via di stampo sportivo sul liscio e fresco pilastro
Nordovest,
piuttosto “ingaggiosa”, con difficili passi obbligati.
L1
6b 25m Poco prima del terrazzo della
Marinella, salire
verso sx qualche metro su rocce articolate, poi
diritti su placca verticale a buchetti. È
la variante “Una gita sul Po’” (Pesci-Rivolta)
L2 7a 30m Muretti verticali di dita e
continuità,
con piccoli spostamenti a sx a prendere una difficile svasatura; uscita obbligata
alla S2 appesa.
Tiro sostenuto e tecnico
L3 6a+ 30m Superare
un paio di strapiombini fisici e muretti verticali. Discesa in
doppia sulla via
Discesa:
1) scendere in arrampicata lungo la cresta (II/III; procedere
assicurati) fino
alla prima calata sul ciglio della parete, presso la sosta finale della
Panzeri.
Prima doppia da 60m alla calata successiva (S3 Via Anna), posta qualche
metro
sotto la cengia della Panzeri. Da qui seconda doppia, prevalentemente
nel vuoto,
fino alla base. Sconsigliata per le vie che terminano in alto sulla
cresta, e
comunque discesa impegnativa.
2)
Dalla vetta, alla base del masso sommitale, scendere qualche metro
verso il
Canalone Porta (procedere assicurati) fino ad una calata su resinati e
catena.
Da qui, doppia da 60m fino al terrazzo della Marinella. Attenzione al
recupero delle
corde. Scendere facilmente ma con
attenzione costeggiando la parete verso sx (faccia a monte) per
poche
decine di metri, fino al Canalone Porta.
Discesa
classica:
risalire la facile cresta fino in vetta (sosta intermedia a resinati),
da cui si scende
sul versante est tenendo la sx (faccia a valle), su facili gradoni e
poi per un
canalino fino alla S5 della Normale, all’inizio del “Traversino”.
Spaccare sul
SECONDO MAGNAGHI e superare una placchetta di IV+ con chiodo,
spostandosi in
ultimo verso dx uscendo ad una sosta con resinati. Proseguire
facilmente fino
in vetta al SECONDO MAGNAGHI. Ora, abbassarsi
lungo la crestina rocciosa verso il TERZO MAGNAGHI, scendere
il ripido canalino sulla sx (II+) quindi, lungo i cavi, si raggiunge la
Forcella del G.L.A.S.G. (Gruppo Lombardo Alpinisti Senza Guide). Per
tutto il
percorso procedere assicurati; prestare inoltre la massima attenzione
ai sassi.
Dalla Forcella scendere a sx nel Canalone Porta, con tratti di facile
arrampicata
(qualche bollo rosso), tornando alla base delle vie.
Attenzione:
sempre il nodo in fondo alle corde.
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