Di Pietro
Corti
Immagini
tratte dai Fondi Pino Comi e Mario Dell’Oro (Boga) dell’archivio
MOdiSCA (montagne di scatti) – Comunità Montana Lario Orientale Valle
San Martino.
“E’ una curiosissima torre, un vero pallone mal
gonfiato…. E’ poco frequentata per la brevità dell’arrampicata della
via
normale e per le estreme difficoltà degli altri itinerari”. Così scriveva Silvio Saglio sulla sua guida Le
Grigne, collana “Guida dei Monti
d’Italia” CAI – TCI, 1937.
In effetti, la
Mongolfiera è uno dei torrioni meno visitati della Grigna Meridionale,
proprio
per le motivazioni ricordate sopra. Tutte le vie, con l’eccezione di
ZeroWatt, sono
di stampo alpinistico, molto impegnative e perlopiù con protezioni a
chiodi. Riservate
quindi a scalatori con molta esperienza ed un buon “grado” nelle
braccia, per non
tremare di fronte agli ancoraggi tradizionali, spesso piuttosto
vecchiotti.
Lo stimolo a scrivere
qualcosa sulla Mongolfiera, e soprattutto sullo scalatore Mario
Dell’Oro, mi
arriva da una recente (fine maggio 2020) ripetizione della via Lario da
parte
degli amici lecchesi Fabio Valseschini e Tommaso Garota, i quali hanno
testimoniato il valore tecnico dell’itinerario, e di conseguenza del
suo autore…. La relazione aggiornata
è riportata in
fondo all’articolo.
Protagonista
sulla Mongolfiera è stato Mario Dell’Oro detto Boga (1.10.1906
– 9.2.1956), molto
conosciuto in ambito locale, uno dei più forti scalatori (rocciatori,
come si diceva all’epoca) ed alpinisti lecchesi ed italiani,
accademico del C.A.I. dal 1936, attivo soprattutto negli anni ’30 del
900.
Scalando sulle Grigne e la Medale si ha spesso modo di ripercorrere le
tracce del Boga, di cui è ampiamente
noto che è stato per un certo periodo il compagno di Riccardo Cassin in
una
cordata strepitosa. Un “socio” piuttosto in gamba, visto che spesso si
alternava da capocordata con il Riccardo, che non era tipo da lasciare
volentieri il timone in mano altrui.
Le eccezionali capacità di scalatore del Boga emergono
fin dalla sua prima uscita su roccia nella primavera
del 1929, sulla normale all’Angelina in
Grignetta, con un nutrito gruppo di amici tra cui Riccardo. Sono in
otto, con
una sola corda di 50m da 12mm, di cotone, comprata con
una colletta.
Per trovare l’itinerario, si affidano a quello della banda che aveva
visto degli scalatori sulla via qualche domenica prima. La memoria però
fa
cilecca, e si ritrovano ammassati su un terrazzino senza sapere dove
andare. Il
Boga va in ricognizione in piena parete, per poi tornare sui suoi passi
senza
alcuna assicurazione, mentre gli altri nel frattempo hanno trovato la
linea
giusta. Al suo esordio da scalatore, aveva così superato i primi
passaggi di
IV/IV+, espostissimi e su roccia “un po’ così”, della futura via Mary di Riccardo Cassin e Mary
Varale del 1931.
Altri hanno già efficacemente tracciato il profilo del Boga1,2, operario lecchese dal carattere molto deciso,
che si era guadagnato il soprannome “di seconda mano” a causa delle
gambe un
po’ arcuate, proprio come un paesano di Laorca (rione collinare
lecchese), il
vero titolare del nomignolo2.
A proposito del carattere, il Boga
concludeva spesso i suoi ragionamenti, rivolti polemicamente al potere
in
carica, in quegli anni piuttosto oppressivo, con il detto: “per
fà un urden, ghè voeur un stresurden” 2. Liberamente tradotto come:
“per mettere ordine, per mettere le cose a posto, bisogna combinare un
grande
disordine”…
Il
Boga
scalava bene, con eleganza ed efficacia, e quando ha avuto l’occasione
di misurarsi
con le grandi pareti delle Dolomiti, ha dimostrato tutto il suo valore
realizzando notevoli ripetizioni e importanti vie nuove3.
Mario
Dell’Oro muore nel febbraio 1956 in un
terribile indicente sul lavoro nella casamatta della Fiocchi a Lecco,
dove era
capo del reparto setacciatura polveri da sparo.
La sua esperienza ventennale in questo pericolosissimo lavoro e la sua
prudenza, non sono bastate….
Per cercare di rendere omaggio alle sue capacità, ho pensato
di rimanere
sulle montagne lecchesi, le Grigne e la Medale. Pareti che hanno
rappresentato
per un lungo periodo il terreno di confronto tra i migliori
“sestogradisti”
lombardi, scalatori all’altezza di qualsiasi impresa sulle pareti
alpine.
C’è da rimanere colpiti nel mettere in fila le “vie Boga” sulle sue
montagne, aperte prevalentemente da capo cordata, talvolta a tiri
alternati,
raramente da secondo. Non solo per il numero (23 nuove ascensioni, di
cui 16 in
Grignetta e 2 sulla Medale, considerando che era un operaio con
pochissimo
tempo libero), ma soprattutto per il livello tecnico. Salite spesso
molto impegnative,
dove ha applicato al meglio le tecniche moderne di arrampicata, apprese
nel
corso di importanti incontri o, più semplicemente, messe a punto da
autodidatta.
Nell’elenco riporto le valutazioni della guida del Saglio Le
Grigne, la pubblicazione di riferimento di quel periodo. Viene
utilizzata la
scala Welzenbach con i numeri arabi (una divagazione rispetto alla
Scala
ufficiale) che indicano il grado complessivo, riferito all’impegno
globale, ed i
passaggi più impegnativi. Un mix efficace per mettere a confronto le
diverse
vie.
La sequenza dei primi salitori è quella indicata nella stessa guida.
Generalmente
il primo nome è quello del capo cordata; in qualche raro caso è
indicato se c’è
stata una alternanza. Vedi la via Cassin – Dell’Oro sulla Medale4.
10 agosto 1930 – via Nuova Italia5 sulla Punta Giulia in Grigna Meridionale. Mario
Dell’Oro, Gian Battista Riva e Mario Villa; molto difficile (4°).
Saglio
riporta correttamente che la via è dedicata al Dopolavoro di San
Giovanni di
Lecco. Che però non si chiamava Giovane Italia, come è erroneamente
indicato sulle
guide, compresa la sua.
5 settembre 1930 – via Lario sulla Mongolfiera in Grigna
Meridionale.
Mario Dell’Oro, Vittorio Molteni e Mario Villa; straordinariamente
difficile
(5° con passaggi di 6°). Salita molto impegnativa, aperta dal Boga dopo poco più di un anno dalla sua
prima arrampicata.
28 giugno 1931 – parete nord della Torre Costanza in Grigna
Meridionale. Mario
Dell’Oro e Mario Villa; molto difficile (4°). L’arrampicata
richiede un buon uso di chiodi... È la via lungo la
quale (una settimana dopo la
prima ascensione) è stato innalzato il
fascio littorio che orna la vetta - altezza
3,50 – diametro 0,50 metri6,7. Fascio che un bel giorno è stato sbullonato e buttato di
sotto, con
gran fragore e grande rischio per i sabotatori che, se individuati, si
sarebbero beccati anni di galera. Il fascio è stato prontamente
ricostruito con
il contributo di Mary Varale e ricollocato sulla cima. Per venire
definitivamente (incrociando le dita) rispedito alla base alla fine
della
guerra. Presumibilmente il nome dell’itinerario è “via Cazzaniga”8.
Il 1931 vede anche l’esordio di Riccardo Cassin
sull’Angelina (via Mary) e il Sigaro (via
Valentino Cassin); per quest’ultima
il Saglio riporta: 5° con passaggi di 6°.
I cavalli di razza hanno iniziato a galoppare !
12 agosto 1931 - Corna di Medale (impresa nell’impresa:
essere saliti in
Medale in agosto). Dopo un precedente tentativo naufragato per il
maltempo, Riccardo
Cassin e Mario Dell’Oro vincono la grande parete sopra il rione
lecchese di Malavedo
alternandosi al comando; straordinariamente difficile (5°).
19 giugno 1932 – Spigolo SAOAS - Società Alpina Operaia “Antonio Stoppani” - sulla Punta Stoppani al
Resegone. Mario Dell’Oro e Giovanni Battista Riva.
8 luglio 1932 – via Fratelli Aldè sul Sasso dei Carbonari in
Grigna Settentrionale.
Riccardo Cassin e Mario Dell’Oro; straordinariamente difficile (5°).
Lunga via
sull’enorme bastionata alla testata della Val Mèria sopra Mandello del
Lario.
20 luglio 1932 – via Cattaneo Veronelli sulla parete nord
est del Pizzo
della Pieve (Parete Fasana) in Grigna Settentrionale; la parete più
grande e
selvaggia delle Grigne. Mario Dell’Oro, Giuseppe Pino
Comi e Riccardo Cassin; straordinariamente difficile (5°). La
via è dedicata a Bruno Cattaneo e Severino Veronelli, i giovani
alpinisti
milanesi precipitati dalla parete a fine dicembre 1931, mentre
tentavano la
prima salita invernale della via Fasana. In questo caso e nel
precedente, il Boga e Cassin non affrontano difficoltà
estreme, ma dimostrano la capacità di muoversi velocemente sul terreno
vergine
di una parete di dimensioni alpine.
19 agosto 1932 – via Francesco Gatti sulla Torre Costanza in
Grigna Meridionale.
Mario Dell’Oro e Giuseppe Pino Comi;
straordinariamente difficile (5°). Dopo una prima parte di IV/V grado
fino alla
cengia, la via segue una fessura-diedro verticalissima in piena parete.
Ebbi
modo di salire “la Gatti”, rimanendo impressionato dall’audacia dei
primi salitori
sul primo tiro di 30 metri nella fessura. Un notevolissimo exploit
tecnico per
l’epoca, considerando che i lecchesi avevano appena iniziato a prendere
dimestichezza con le moderne tecniche dolomitiche di scalata in
artificiale.
20 agosto 1932 – Spigolo sud del Fungo in Grigna
Meridionale. Mario
Dell’Oro, Mary Varale e Pino Comi;
straordinariamente difficile (5°). Da non paragonare con la precedente
per
l’impegno, rappresenta una delle più belle vie della Grignetta per
l’arrampicata, la roccia, l’ambiente.
30 ottobre 1932 – via XXVIII Ottobre sulla Guglia Angelina
in Grigna Meridionale.
Mario Dell’Oro, Mary Varale e Riccardo Cassin; molto difficile (4°). Il
periodo
era quello che era, e la via fu dedicata al decennale della fondazione
dei “fasci
di combattimento” (28 ottobre 1922 - marcia su Roma). Per l’occasione,
il
Fascio di Lecco donò una bella lapide-ricordo al Gruppo
Giovani Fascisti Nuova Italia6. In realtà: Gruppo Arrampicatori Fascisti Nuova
Italia - G.A.F.N.I. Una dedica poco fortunata, visto che l’itinerario
cadrà
progressivamente nell’oblio.
27 marzo 1933 – parete est dell’Ago Teresita in Grigna
Meridionale, assicurato dalla base da due compagni con
corde di 50 metri. Il motivo? Ce lo dice il Saglio: questa
salita per la scarsità di appigli e per la mancanza di posti di
fermata, è stata compiuta con largo impiego di chiodi e di staffe,
superando
difficoltà estreme6. La via, che avevo trovato molto interessante9, è breve ma molto continua. Tanto valeva quindi salirla
tutta d’un fiato e poi calarsi in doppia. È interessante notare che si
tratta
di uno (oltretutto: il primo sulle Grigne) dei pochissimi itinerari a
cui il
Saglio attribuisce il 6° pieno. Come per la via Bianca Maria al Sasso
Cavallo di
Riccardo Cassin e Augusto Corti, del 31 agosto 1938, che però si
sviluppa per oltre
500 metri.
Per la via Boga all’Ago, nonostante la brevità, è stato
forse l’utilizzo
sistematico di chiodi e staffe a valergli il grado, in omaggio al nuovo
concetto di estremo ed all’“arrampicamento acrobatico” che stava
diventando di
moda in quegli anni.
21 maggio 1933 – via dei diedri al Nibbio. Emilio Comici,
Antonio Piloni
e Mario Dell’Oro; straordinariamente difficile (5° con passaggi di 6°).
Una arrampicata senza eccessivo uso di
chiodi e di mezzi artificiali6. Tradotto: una gran bella “libera”, con la paretina
iniziale che
rappresenta uno dei
più antichi boulder in terra
lecchese, teatro di tragicomici tentativi spesso finiti nella polvere…
Anche
per tanti bei nomi venuti da fuori, con grande godimento degli
spettatori
indigeni.
Vale la pena accennare al giorno della salita della via, la
prima sulla
strapiombante parete nord est. L’arrivo di Emilio Comici era stato
abbondantemente
annunciato dagli articoli del settimanale fascista “Il
Popolo di Lecco” tanto che, il giorno fatidico, ai piedi del
Nibbio si era radunata una considerevole folla. Pare, addirittura, un
centinaio
di persone. Comici avrebbe arrampicato con il Boga e
Mary Varale, moglie del noto giornalista sportivo de “La
Gazzetta dello Sport”, entrambi residenti a Milano. Ma la Varale,
ritenendo
sconveniente per una signora scalare (oltretutto, in pantaloni!)
davanti ad un
così folto pubblico, suo malgrado cedette il posto a Pino
Comi, che rinunciò a sua volta in favore di Antonio Piloni,
scambiando con lui le braghe essendo il Piloni vestito della festa10!
28 maggio 1933 – fessura Comici allo Zuccone Campelli ai
Piani di Bobbio.
Emilio Comici, Mario Dell’Oro, Riccardo Cassin e Mary Varale; 3° grado11. Linea molto estetica ed
itinerario significativo (non il più bello aperto dai protagonisti)
solo per
l’eccezionalità dei componenti della cordata.
15 ottobre 1933 – parete est
della
Torre Costanza in Grigna Meridionale. Riccardo Cassin, Mary Varale e
Mario
Dell’Oro … che col consenso della
Segreteria Politica di Lecco l’intitolarono “via del littorio” 6; straordinariamente
difficile (5°).
27 maggio 1934 – via Campione
d’Italia
al Nibbio, intitolata al piccolo comune italiano sul Lago di Lugano.
Vittorio
Panzeri Cagiada, Mario Dell’Oro e Riccardo
Cassin; straordinariamente difficile (5° con passaggi di 6°). Una
formidabile
cordata in allenamento sulla parete strapiombante del Nibbio dove, dopo
la
visita di Comici ai Resinelli a maggio 1933, tutti i capi cordata
lecchesi si
cimenteranno con la nuova tecnica della salita “a forbice” e le staffe
appresa
proprio dalla grande guida dolomitica.
27 maggio 1934 - diedro meridionale della parete est del
Nibbio. Mario
Dell’Oro e Ugo Tizzoni; straordinariamente difficile (5° con passaggi
di 6°).
Da notare che la Campione e la Boga sono state aperte nella stessa
giornata !
8 luglio 1934 – parete nord del Torrione Tizzoni (q. 2163 a
S della
Bocchetta del Guzzi) alle Cime di Piancaformia, in Grigna
Settentrionale. Mario
Dell’Oro e Ugo Tizzoni; III con passaggi di V e V+12.
15 luglio 1934 – spigolo sud ovest del Clerici in Grigna
Meridionale. Mario
Dell’Oro, Cesare Ferrario e Giovanni Giudici Farfallino;
molto difficile (4°). Una gran classica della
Grignetta.
30 settembre 1934 – via IV Novembre (giorno della vittoria
nella Grande
Guerra) sulla Corna di Medale. Mario Dell’Oro, Ugo Tizzoni e Francesco
Polvara,
dopo un primo tentativo del Boga l’anno
precedente con Giuseppe Pino Comi,
interrotto a 40 metri dalla sommità… per la perdita dei chiodi;
estremamente
difficile (6°). Grande impresa del Boga: la via sale prevalentemente in
libera
fino agli strapiombi sommitali, che Boga superò con un difficile tiro
in
artificiale verso sinistra. Alcuni ripetitori, attaccando baldanzosi
nelle
belle giornate autunnali, ma facendo male i conti, si sono poi trovati
alle
prese con gli strapiombi ormai al buio…
Settembre 1934 - via Carlina sulla Mongolfiera in Grigna
Meridionale.
Mario Dell’Oro e Giuseppe Pino Comi;
straordinariamente difficile (5° con passaggi di 6°). Poco o nulla si
sa di
questa via, che sale una impressionante parete friabile incisa da
diedri e
scaglie; 11 ore per 70 metri…
23 giugno 1935 – parete ovest del Torrione Fiorelli in
Grigna Meridionale.
Mario Dell’Oro e Luigi Ginetto Esposito;
straordinariamente difficile (5°). Via non lunga (una ottantina di
metri), ma
tosta… La scalata … richiede un largo uso
di chiodi e di staffe, e manovre di corda6 per superare un tetto pronunciato e la successiva parete
verticale.
7 luglio 1935 – parete sud e spigolo sud est del Torrione
della Grotta in
Grigna Meridionale. Mario Dell’Oro e Ginetto
Esposito; straordinariamente difficile (4° con passaggio di 6°). Sempre
alla
ricerca di nuovi itinerari tecnicamente interessanti, il Boga
sale questa via nel gruppo del Fiorelli, superando passaggi
molto impegnativi: un diedro strapiombante e un tetto.
Ottobre 1935 – parete
ovest del Terzo Spuntone di Val Tesa in
Grigna Meridionale. Mario Dell’Oro e Nino Rossi; straordinariamente
difficile
(5°).
11 agosto 1946 – via del zio sulla Mongolfiera in Grigna
Meridionale.
Mario dell’Oro e Oreste Viganò, zio;
4° con passaggi di 6° secondo la valutazione (presumibilmente) dei
primi
salitori. Da “Lo Scarpone” n.21 del
16 Novembre 1946... La cordata Mario
Dell'Oro detto «Boga», accademico del C.A.I. Lecco e Oreste Viganò
detto «Zio»
del C.A.I. Legnano ha compiuto 1'11 agosto scorso la prima ascensione
della
parete sud-est dalla Torre Mongolfiera (Grigna meridionale). Una
variante a
detta via è stata compiuta più tardi da Angelo Longoni e Nino
Bartesaghi del
C.A.I. di Lecco (in occasione della prima ripetizione). La
relazione è
dettagliatissima, quasi metro per metro, ma non è semplice localizzare
l’itinerario. Visto il notevole strapiombo della parete, e la roccia
scagliosa,
c’è un po’ da dubitare del quarto grado dichiarato…
In
data sconosciuta, prima del 1937, va segnalata la
variante Boga (citata da Saglio, ma senza nominarlo) sulla normale al
Sigaro.
Una soluzione preferita all’originale da migliaia di
scalatori.
A sinistra, il Boga partigiano
del Gruppo Rocciatori comandato da Riccardo Cassin: “per
fà un urden, ghè voeur un
stresurden” . Detto, fatto…
Note
1 Pino Comi, UN RICORDO DI MARIO "BOGA"
DELL'ORO - “Alpinismo” (Annuario
del Club Alpino Accademico Italiano), 1987.
2 Alberto
Benini, SCHEDE PER UNA STORIA
DELL’ALPINISMO LECCHESE. PERSONAGGI E EPISODI: Mario Dell’Oro (Boga) - “Archivi di Lecco”, anno 24, n. 1 gen-mar. 2001
3 Di seguito le
principali vie nuove al di fuori delle montagne lecchesi. Da segnalare
inoltre,
tra le tante ripetizioni in Dolomiti, la seconda salita con Riccardo
Cassin
della via Comici-Benedetti sul Civetta, in occasione del campeggio
G.A.F.N.I.
del 1935. Famoso l’episodio del volo del Riccardo, malamente trattenuto
dal
povero Boga, che si stava scaldando
le dita nel momento sbagliato.
Dolomiti
1934 – parete est del Monte Popena, Gruppo del
Cristallo. Mario Dell’Oro, Vittorio Panzeri e Giovanni Giudici Farfallino.
1934 – Guglia De Amicis, Gruppo del Cristallo. Mario
Dell’Oro, Vittorio Panzeri, (?) Pifferetti e Giovanni Giudici.
16-17 agosto 1935 – parete sud ovest della Torre Trieste, Gruppo del
Civetta.
Mario Dell’Oro, Giovanni Giudici e Angelo Longoni.
15 agosto 1952 – spigolo sud ovest del Torrione di
Vallesinella, Gruppo del Brenta. Mario Dell’Oro e Oreste Viganò zio.
Masino-Bregaglia
18 agosto 1937 –
parete sud est della Punta Allievi. Mario Dell’Oro e Ugo Tizzoni.
5 settembre 1937
– spigolo Parravicini al Torrione di Zocca. Mario Dell’Oro, Luigi Gino Cazzaniga e Ugo Tizzoni.
4 Salta all’occhio il caso di Arturo
Andreoletti, scalatore di primissimo piano, che nelle relazioni viene
quasi
sempre relegato in fondo alla cordata sull’Angelina, la Cecilia, il
Clerici e
il Cinquantenario… Vuoi vedere che il tostissimo “Padreterno” stava
sullo
stomaco a qualcuno?
5 Nota presente sul libro di
vetta della Punta Giulia, rinvenuto da Giancarlo Mauri.
6 Silvio Saglio, Le Grigne, collana “Guida dei Monti
d’Italia”. CAI – TCI, 1937
7 Rivista Mensile, 1933
8 Una supposizione tratta da letture
diverse: “Archivi di Lecco” 2017 (Alberto
Benini), “Bollettino Società
Escursionisti Lecchesi” agosto-settembre 1931, “Il
Popolo di Lecco” luglio 1933
9 Ad oggi (luglio 2020) l’itinerario
è inagibile. Nota
del 19 giugno 2020 sulla “Bacheca” di Larioclimb
10 Notizie prese dallo scritto di Ruggero Meles sugli
Atti del convegno: “L’arrampicata
sportiva, un’opportunità per il territorio” organizzato dalla
Comunità
Montana Lario Orientale Valle San Martino a Lecco, Palazzo delle Paure,
il 14 .
12 . 2013
11 Silvio Saglio, Prealpi Comasche, Varesine,
Bergamasche.
CAI TCI, 1948. Su “Lo Scarpone” n.11,
1933, la via è invece valutata 4° grado. Ma la sostanza non cambia
granchè.
12 Claudio Cima, Scalate
nelle Grigne. Tamari, Bologna, 1975
Da segnalare
ancora, a proposito del Boga, e senza pretesa di esaustività.
Vittorio Varale, Sotto le grandi pareti. Tamari,
Bologna, 1969
Maria Gennaro Varale, Mary (o Meri…):
diversi scritti.
Riccardo Cassin, Dove la parete strapiomba.
Baldini &
Castoldi, Milano, 1958
Alberto Benini, Ragni di Lecco. 50 anni sulle
montagne del
modo. Vivalda, Torino, 1996
Alberto Benini, Come arrampicava bene il Boga!
Storia di
Mario Dell’Oro. CAI Lecco
“Monti sorgenti “, 2013
gognablog.com/inizi-lecco-alpinistica
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