Caso raro tra le falesie dello Zucco Angelone, questo settore presenta
un muro verticale e strapiombante con tiri spesso atletici, dove
comunque non mancano violente sequenze di dita su gocce e tacchette: un
misto di tecnica e resistenza condita da passi aleatori di equilibrio.
Roccia ottima ed ambiente riposante.
Periodo
Ideale in inverno e nelle mezze
stagioni. La roccia asciuga lentamente ed il posto è relativamente
umido nelle giornate afose. In ombra al mattino.
Chiodatura
Ottima a fix, con frequenti
passaggi dove serve decisione.
Chiodatori
La struttura era già stata
scoperta da Lele Dinoia con un magnifico itinerario, Norma, e da
Giorgio Anghileri che aveva salito una breve via in artificiale. In
seguito Pietro Buzzoni, Gabriele Colombo, Eugenio Galbani, Giovanni
Nicoli (El Grimett) e Danilo Valsecchi riprendono la falesia
sviluppandola fino alla situazione attuale.
Accesso
Da Lecco salire in Valsassina
fino al Colle di Balisio, da cui si svolta a dx proseguendo per Barzio.
Oppure: dal Colle scendere fino alla successiva deviazione che porta a
Barzio più direttamente. Giunti in paese raggiungere il parcheggio
della funivia per i Piani di Bobbio dove, appena dietro al bar in fondo
al piazzale, si imbocca un sentiero che si inoltra in piano nel bosco.
Seguirlo lungamente finchè, poco oltre i bei pilastri del
TRITTICO, si oltrepassa un muretto a secco e si sale brevemente a dx
fin sotto alla falesia; 25’.
NOTA: In inverno,
durante la stagione sciistica, il parcheggio si riempie velocemente; è
attivo quindi un servizio gratuito di bus navetta dai parcheggi
principali di Barzio (indicazioni).
|