PILASTRO DELL’ORSA MAGGIORE
GENGIS TRIP – IL CLIFF DI SCHRANZ - CLIFF PARADE

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Il PILASTRO DELL’ORSA MAGGIORE, di fianco al Pilastro Rosso del lago, è formato da una larga parete verticale e strapiombante delimitata dall’affilato Spigolo delle Civette. La parete è stata percorsa da Paolo Vitali, Sonja Brambati e Pietro Corti nel 2006, scoprendo un precedente tentativo sulla destra arenatosi al secondo tiro. Recentemente (2024) Fabio Valseschini e Pietro Saggiante trovano una bella linea a sx, mentre Claudio Cendali e Tommaso Garota ne hanno salita un’altra sulla dx.

Periodo
Primavera e autunno; la parete va al sole già da metà mattinata.

Accesso
Da Lecco seguire il lungolago verso Colico-Sondrio uscendo dalla città. Dopo circa 2 km, prima di immettersi nella SS36, voltare a dx sotto le arcate della ferrovia imboccando la stradina che porta a Pradello e parcheggiare poco dopo sulla sx. Tornati indietro alla curva d’entrata, seguire un sentiero che rimonta dei gradini e poi va a dx. Al primo bivio salire a sx, superare un saltino e proseguire ancora in salita, finchè la traccia inizia a traversare a dx. A questo punto scendere verso sx portandosi velocemente alla base. IL CLIFF DI SCHRANZ inizia 30m a sx di GENGIS TRIP.
CLIFF PARADE inizia in un diedrino nel settore dx della parete, a circa 30m dallo spigolo. 15 minuti.


A sx il Pilastro dell’Orsa Maggiore, in centro il Pilastro Rosso. Foto Paolo Vitali

Disegno di Tommaso Garota

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GENGIS TRIP
 


Itinerario molto vario su placche a tacche e gocce, strapiombini e lame. Roccia generalmente buona/ottima, con tratti più delicati. E’ una via di stampo sportivo che tuttavia richiede dimestichezza con manovre di corda e calate. Il nome si riferisce al primo viaggio di Paolo e Sonja in Mongolia poche settimane prima, con la bici (muscolare… of course).

Chiodatura
Chiodatura a fix, talvolta lunghi; soste a fix. Portare 12 rinvii, una piccola scelta di dadi e friend medio-piccoli, casco e 2 corde da 60m.

Primi salitori
Paolo Vitali, Sonja Brambati, Pietro Corti, ottobre-novembre 2006.

L1 6a+   45m Lungo tiro su placca a tacche via via più ripida e muretto finale tecnico. Roccia delicata
L2 6c      25m Partenza ostica, spostamento a sx e difficile costola verticale
L3 6c+    25m Partenza su roccia ripulita, strapiombino polveroso e muro verticale complicato
L4 6c+    15m Tettino da aggirare a dx su buoni rovesci, per poi rimontare una placca con passo di decisione
                          (moschettonaggio cattivo)
L5 7a      20m Lama rovescia a sx, strapiombino con ristabilimento faticoso, quindi magnifica placca a  gocce
                          uscendo a sx; rientrare infine a dx alla sosta
L6 6a      20m Divertenti lame-fessure; uscita su gradoni (roccia delicata)
L7 6b      40m Breve rampa a sx, placca a tacche, diedro cieco e ripide lame (delicate!) proseguendo su placche
                          fessurate

Discesa: in doppia sulla via, saltando S2 e S4; attenzione nella prima calata a non incastrare le corde in un masso poco raccomandabile.

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IL CLIFF DI SCHRANZ




“Una via abbastanza sportiva”, come da definizione di Pietro, che interpretiamo così: pur essendo attrezzata a fix, la via richiede una solida esperienza per l’arrampicata in parete. Bisogna saper valutare la qualità della roccia e dove serve integrare le protezioni, oltre ad avere dimestichezza con le calate e le manovre di corda…. Ovvero: è anche una via “abbastanza alpinistica”…
Arrampicata su muri verticali e strapiombanti di roccia da buona a ottima sui tiri difficili. Attenzione a qualche tratto erboso e con roccia da verificare nei primi tiri.
Il nome e la dedica sono di Fabio Valseschini. “Il Cliff di Schranz”, perché i cliff utilizzati in apertura sono quelli che Attilio Colombo-Schranz aveva dato a Fabio diversi anni fa.
 
La relazione si basa sui dati di Pietro Saggiante. Disegno di Giorgio Quadrio.

Chiodatura
Attrezzatura a fix. Soste con 2 fix e anelli per passare la corda doppia. Portare 14 rinvii e cordini; utili friends BD 0.3, 0.4, 0,5 e 3, casco, 2 corde da almeno 60m.
Le protezioni sono buone, un po’ distanti sui tiri più semplici; possibile A0 sul tiro chiave. Difficile utilizzare protezioni veloci a causa della morfologia della roccia. Possono essere utili i friends sugli ultimi due tiri, perché dalla sosta al primo spit c'è un run out un pò lungo; comunque ci si può proteggere mettendo i friends tra le canne.

Primi salitori
Fabio Valseschini e il giovane Pietro Saggiante. Primo tiro salito il 24/12/2022, l’ultimo a fine inverno 2023. La via è stata terminata il 2/01/2024 con la sistemazione delle ultime soste.

Inizia sullo scudo 30 metri a sinistra di GENGIS TRIP, su un avancorpo che va a creare uno spigolo, dove sale il primo tiro della via.
L1 6a 35m  verificare la qualità della roccia
L2 5b 25m muretto iniziale, poi rocce miste ad erba. Pochi ancoraggi e difficoltà ad integrare
L3 5b 30m roccia migliore, ultimi 10m su rocce erbose. Pochi ancoraggi; difficile integrare
L4-L7 Arrampicata su piatti, tacche e canne. La roccia migliora nettamente e la parete via via si raddrizza e strapiomba, soprattutto su L5, molto aggettante, per poi diminuire lo strapiombo negli ultimi due tiri.

Note: La lunghezza dei tiri varia dai 20 ai 30m; il grado massimo in libera è indicativo (tentativo con volo: quindi la RP è ancora da fare). Per ora fino al 6c+/A0.

Discesa
Prima calata da S7 a S4, in forte strapiombo, da 60m tirati. Al termine si tocca una cengetta detritica dove bisogna spostarsi a dx alla S4. Calata impegnativa. Sempre i nodi in fondo alle corde. Seconda calata da S4 a S1. Terza calata da S1 a terra.


Disegno di Tommaso Garota

CLIFF PARADE

La via, seppur breve, è di stampo alpinistico e richiede capacità di valutare la roccia, le protezioni in loco e dove serve integrare, oltre ad avere dimestichezza con le calate e le manovre. Dopo un primo tiro su roccia mediocre (Attenzione!), la via prosegue su placche, diedri e fessure di bella roccia abrasiva. Secondo le parole di Tommy: “la vista spettacolare sul lago si fa perdonare la poca bellezza del primo tiro”. La via asciuga velocemente tranne un breve tratto su L2, che si riesce comunque ad evitare. Il nome è stato ispirato dal contesto musicale del luogo: la discoteca dell’Orsa Maggiore, e la omonima falesia nelle vicinanze.
 
La relazione si basa sui dati di Tommaso Garota. Disegno di Tommaso Garota.

Chiodatura
In via si trovano chiodi tradizionali, clessidre, piante cordonate e fix 10mm. Tutte le soste, tranne S2 (fix 10mm collegato a due chiodi), sono costituite da fix 10mm inox con catena e anello di calata.
Portare 12 rinvii, una serie di friend dallo 0.1 al 3, fettucce e 2 corde da 60m.

Primi salitori
Claudio Cendali e Tommaso Garota, il 4, 5 e 12 marzo 2023. I primi metri sono in comune con la "Via dell'Orsa Maggiore" (Claudio Adamoli e G. Missaglia, 30.09.1979), che poi piega a destra lungo una sequenza di diedri su roccia poco raccomandabile; visibili qualche cordone e un chiodo.

L1 V+ 30m 4 ch., 2 piante cordonate; S1 con 2 fix, catena e anello. Salire il diedro su buone prese, poi un altro breve diedrino, fino a rimontare un ballatoio. Continuare verso sx per qualche metro su roccia molto delicata e “sporca” (III/IV), senza potersi proteggere, fino ad una pianta cordonata. Da qui salire sul terrazzino soprastante dove si sosta.

L2 VI 30m 3 ch., 2 cl.; S2 con 1 fix e 2 ch. più maglia rapida. Salire ad una breve fessura, e al suo termine continuare in placca fino ad entrare in un diedrino a sx. Seguirlo verticalmente fino ad arrivare sotto una pancia che si rimonta verso sx, raggiungendo la cengia erbosa dove si sosta.

L3 VIII- 22m 1 fix, 3 ch., 1 cl.; S3 con 2 fix, catena e anello. Salire la fessura sopra la sosta su roccia grigia fino al chiodo; da qui spostarsi leggermente a dx verso una canna che si risale su buone prese. All’altezza del fix traversare a sx, continuare su buone prese verso dx, e dopo aver rimontato un muretto aggettante si raggiunge la sosta su un pulpito. 

L4 VIII 25m 3 fix, 6 ch., 2 cl.; S4 con 2 fix, catena e anello. Salire verticalmente ad una clessidra cordonata e aggirare una pancia traversando a sx, fino ad un diedro fessurato. Al suo termine continuare su placca gialla, dapprima appoggiata e poi leggermente strapiombante. Alzarsi a sx in placca su buone prese fino alla sosta su ottimo terrazzino.

L5 VIII/+ 22m 4 fix, 3 ch., 1 cl.; S5 con 2 fix, catena e anello. Alzarsi verso dx e rimontare il tettino sovrastante, poi verso sx seguendo i fix fino ad una fessura. Salire verticalmente con un passo fisico e proseguire dritti nel diedro, per poi uscire a dx su una cornice spiovente, un paio di metri sotto il bordo della parete, dove si sosta.

Discesa: calate lungo la via.


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