Itinerario di stampo alpinistico
che affronta e risolve forse l’ ”ultimo problema” della Casati, un
evidente pilastro grigio all’estremità sinistra della parete SO, a
fianco dello “Specchio parlante” (Federico Montagna e Giovanni
Chiaffarelli, 2022). Nel quinto tiro abbiamo trovato alcuni chiodi
databili fine anni sessanta-inizio settanta, appartenenti ad un
itinerario sconosciuto salito da ignoti. Dopo pochi metri questo piega
a sinistra, mentre la nostra linea sale dritta su solida roccia nera
per congiungersi alla S4 dello “Specchio parlante”. Lungo questa
lunghezza sono stati usati solo chiodi e friend, ma un fix è stato poi
aggiunto in discesa. La roccia della via è buona/ottima, ed è stata
effettuata una abbondante pulizia. Prestare comunque sempre attenzione;
si raccomanda di sondare la qualità di appigli e appoggi. L’arrampicata
è sempre tecnica, mai fisica.
Periodo
Estate; sole dalla tarda mattinata/primo pomeriggio Ambiente alpino;
attenzione alla meteo: pericolo di temporali improvvisi. Chiodatura La
via è attrezzata a chiodi e fix, qualche fix è stato aggiunto in
discesa dopo l’apertura; soste a fix con maillon di calata (anche se,
scegliendo di scendere in doppia, è meglio calarsi sullo “Specchio
parlante”). Protezioni lunghe: valutare dove integrare. Portare 2 mezze
corde da 60m, 10 rinvii, friends medi fino al BD3, nuts, cordini,
eventualmente martello per ribattere qualche chiodo. Casco! Primi
salitori Marco e Giovanni Chiaffarelli con Federico Montagna in più riprese, nell’agosto 2024. Terminata il 15/09/2024. Accesso Da Lecco salire ai
Piani dei Resinelli. Oltrepassato il piazzale-parcheggio, si prende la
strada che sale a dx appena prima della chiesetta, svoltando a sx al
primo bivio per scendere all'ex rifugio Alippi, a monte del quale si
dirama a dx una sterrata (via alle Foppe) che porta all'inizio del
Sentiero delle Foppe per il Rifugio Rosalba (n° 9). Parcheggiare molto
più sopra, presso la fonte della Carlanta, per poi scendere a piedi (e
risalire, al ritorno) lungo la strada asfaltata per circa 1km. Il
Rosalba, uno dei rifugi più frequentati delle Prealpi Lombarde, non ha
un parcheggio dedicato! Raggiunto il rifugio, proseguire lungo il
sentiero Cecilia (n° 10) verso la cima della Grignetta per 15 minuti.
Giunti al Colle Garibaldi, in vista della parete, scendere per il
sentiero Giorgio (n° 8A) fino alla base dello zoccolo, da risalire per
un canalino e gradoni detritici. La via inizia presso il resinato della
S0 della Achille Pasini. (Nota: più in alto a dx inizia o Spigolo
Vallepiana). Relazione e foto con tracciato e gradi di Giovanni Chiaffarelli
L1 un tratto di 6a, poi 5c 45m. 8 fix, 2 fix di sosta.
Traversare alla base della parete per 10m a sx, poi salire per 15m su
placchette delicate fino ad un muretto verticale. Superarlo e
proseguire diritti fino ad un terrazzino. Da qui salire in obliquo a sx
su grosse lame e continuare facilmente su terreno erboso fino alla S1
L2 – 5c 25m 1 ch., 4 fix, 2 fix di sosta.
Salire a dx su buone prese (friend utile) fino ad un fix. Traversare a
dx a un diedrino, salire diritti e rimontare poi un terrazzino con un
giro a dx su buone prese. Portarsi a sx e salire dritti su roccia
lavorata fino alla S2
L3 – 5c 25m 3 fix, 2 fix di sosta.
Salire a sx facilmente, superare una paretina aggettante e proseguire
fino ad una seconda pancia fessurata. Superarla e uscirne a sx. Con
ampio giro a sx raggiungere facilmente il terrazzo della S3
L4 - 5b 25m 2 ch., 2 fix, 2 fix di sosta.
Pochi metri portano alla rampa detritica della via Carugati. Portarsi a
dx contro la parete (chiodo e cordino), rinviare lungo, traversare a sx
(attenzione!) e proseguire in verticale su roccia generalmente compatta
fino ad un chiodo ad anello in un diedro. Allungare molto la protezione
e portarsi a dx sullo spigolo da salire per lame fino alla S4
L5 - 6a 25m 5 ch., 1 fix, 2 fix di sosta.
Salire diritti su ottima roccia nera fino ad un diedrino (friends
utili) oltre il quale si giunge facilmente alla S5 in comune con la S4
dello “Specchio parlante”.
L6 – 4a 30m 1 fix, sosta da attrezzare su spuntoni.
Tiro in comune con lo “Specchio parlante”, da proteggere con friends e
nuts. Salire verso dx fino a un fix, per poi proseguire su terreno più
facile fino alla cresta sommitale, dove si attrezza la sosta su
spuntoni; utile un cordino lungo. Da qui in breve alla vetta (piramide
metallica in ricordo di Giacomo Casati) superando un facile caminetto
aggettante. Procedere assicurati.
Discesa: Se si sale fino alla
sommità, si scende poi lungo la via comune sul versante NE (bolli rossi
sbiaditi): dalla vetta seguire le tracce, scendere in un canalino
ghiaioso, poi traversare ad una selletta. Da qui abbassarsi un poco
verso dx (viso a valle) e superare uno spigolino, fino ad un punto di
calata. Si scende in facile arrampicata (II), oppure con una doppia da
30m, fino alla forcella Casati-Civetta. Da qui per tracce su pendio
detritico si scende al Sentiero Cecilia. Discesa
che richiede attenzione; procedere assicurati. Attenzione in primavera
o in tardo autunno: è possibile trovare neve o ghiaccio. Dalla S5, senza salire in cima, è possibile scendere in doppia lungo lo “Specchio parlante” (nonostante i maillon alle soste del Cuore di tenebra). - Prima calata da 30m dalla S5 (S4 Specchio) alla S3 Specchio - Seconda calata da 55m alla S1 Specchio - Terza calata da 55m al resinato della S0. Da qui a ritroso lungo lo zoccolo.
UN’IDEA E UN RACCONTO di Marco Chiaffarelli
L'idea
per "Cuore di tenebra" nasce nella lunga attesa in sosta sotto al
quinto tiro, tiro che aveva già resistito a precedenti tentativi di
attacco ed era ancora colmo di incognite. Sentendo i rumori della
chiodatura, osservando la linea di salita prendere forma e presagendo
che più tardi sarebbe toccato anche a me salpare verso l'alto, mi
sentivo come Marlow, protagonista di "Cuore di tenebra" di Joseph
Conrad, che, risalendo il selvaggio fiume Congo, incontra le tracce,
riceve voci e racconti sulla follia di quel Kurtz che tanto lo
ossessiona e per inseguire il quale ha viaggiato fin lì.
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Ultimo
tiro, roccia nera, il cuore di tenebra. Mi sento all'inseguimento di
Kurtz lungo il fiume Congo. Arrampico verso l'alto, ma in realtà
discendo sempre più nella follia. Le corde mi indicano la via: la blu è
il fiume, la rossa il sangue versato dall'ira senza metodo di Kurtz. Un
chiodo. Mentre veniva piantato, il suono sordo alimentava sguardi
preoccupati fra noi in sosta. Al diavolo, tiralo, l'importante è non
buttare sassi in testa a chi segue. E
questa? Una staffa penzola da una fessurina, appesa a cosa? Sicuramente
qualcosa di piccolo, ed è infilato dal basso verso l'alto... Niente
discussioni, afferrala e va avanti! Raggiungo
la cima. Ecco Kurtz. Mi confida che prima del mio arrivo anche lui
inseguiva la sua personale ossessione: la montagna. Ora l'ha raggiunta,
ne ha conosciuto l'essenza mentre saliva e chiodava, ma la sua sete non
si è ancora placata. Torna da lei. Si cala e le pianta uno spit nel mezzo del cuore.