Sul
lato sx della parete della Fracia, a dx della falesia ISOLA DI PASQUA,
sale questa via frutto di una bella collaborazione: l’idea è di Luca
Bozzi, che la apre con Francesco Sportelli, risolutore del tratto
chiave. Giovanni Chiaffarelli trova poi una bella sequenza di buchi e
liste di selce per la quarta lunghezza, terminata da Luca in compagnia
di Silvia Bozzi. Ne nasce un itinerario divertente in placca su roccia
generalmente ottima, con qualche tratto delicato da verificare e ripulire,
sempre ricca di inclusioni di selce che agevolano gradevolmente la
progressione. L’apertura è stata effettuata con chiodi e protezioni
veloci. In seguito è stato aggiunto qualche fix, ripulendo la via per
quanto possibile da vegetazione e roccia instabile. NOTA:
per intraprendere questa salita è indispensabile la piena padronanza
dei gradi, ed una solida esperienza alpinistica nelle manovre e nella
lettura della qualità della roccia. Oltre alla capacità di valutare
l’opportunità di integrare le protezioni presenti.
Periodo Primavera
e autunno; la parete è in ombra al mattino.
Chiodatura Attrezzatura a chiodi e fix, da integrare. Portare 1 corda da 60/70m, 10 rinvii, friend fino al 2 BD, cordini, casco.
Primi
salitori Francesco Sportelli e Luca Bozzi il 11.11.2023. Giovanni Chiaffarelli, Luca e Silvia Bozzi su L4.
Accesso Da
Calolziocorte seguire le indicazioni per Erve, che si raggiunge lungo
la caratteristica strada a picco sul torrente Gallavesa. Salire al
piazzale del Cimitero dove si parcheggia, superare il Cimitero e
seguire l'ampia stradina che traversa verso ovest. Ad un bivio prendere
a dx (a sx si sale alla Madonna del Corno), poi scendere qualche
tornante sulla mulattiera fino a individuare un canale boscoso a sx.
Abbandonare la mulattiera e salire raggiungendo poco sopra una prima
corda fissa, a cui ne seguono altre. Il bosco è ripido e con fondo
spesso instabile: fare attenzione a non smuovere sassi! Un'ultima lunga
corda fissa porta a sbucare sul pendio in vista della falesia, che si
raggiuge in breve. Traversare sotto la falesia oltrepassandola, fino al
punto più basso del settore sx della Fracia, sulla verticale di un
bollo rosso del sentiero. E’ visibile il primo fix con cordone. 30
minuti. L’ultima parte
dell’avvicinamento (da quando si abbandona la mulattiera) si svolge su
terreno molto scosceso. Muoversi con attenzione e non far cadere sassi.
Nota sul nome Theleme
in greco significa volontà, desiderio; le frange sono gli arabeschi
neri creati dalle inclusioni di selce. In fase di apertura bisogna
avere molta “volontà” e “desiderare” al massimo di salire queste
placche, aiutati si dalle frange di selce, ma anche ostacolati da
roccia friabile e da ripulire.
MONTE
SPEDONE
FRANGE DI THELEME
120m – 4L
L1
V+ 40m. 1 ch, 5 fix e 2 alberi cordonati, 1ch e 1 fix di sosta.
Raggiunto il primo fix proseguire diritti su roccia da verificare (1ch,
V+) fino ad un fix dal quale si traversa a dx (albero cordonato) per
una decina di metri fin sotto un sistema di placche con inclusioni di
selce, che si risalgono (IV/V/V+) fino alla sosta. L2 V+ 20m. 3
fix, sosta su 2 fix. Diritti sopra la sosta (1 fix, V+), poi seguire un
corto diedro. Dal terzo fix, a dx per una breve fessura fino alla sosta
(V/V+). L3 VI 35m. 4 ch e 3 fix, albero cordonato e 1 fix di sosta.
Diritti per bella placca lavorata (1 ch, rinviare lungo, poi 1 fix e 1
ch, V), poi si traversa 2m a sx (V+) fino ad un pilastrino fessurato
che si supera con passo atletico (V+). Raggiungere una placca (1ch
nascosto poi 1 fix), salire diritti (VI), traversare poco sopra a dx
all’altezza di un altro fix, quindi per un pilastro e un muro ben
appigliato (1ch) si raggiunge la sosta (V+ sostenuto). Lunghezza bella
e varia. L4 VI 30m. 2 ch, 3 fix e 1 albero cordonato, alberi di
sosta. A dx della sosta salire un ripido muro ben appigliato (1 albero
cordonato, V+); segue una placca a buchi (2 ch, V) fino ad un fix.
Salire la placca (1ch) puntando ad una fessura orizzontale (fix, VI),
che si segue verso dx fino al termine, poi si sale una placca fino al
bosco sommitale (1 fix, V+). Lunghezza sostenuta nella seconda parte. Discesa Scendere 50m a piedi fino ad un colletto della cresta, con praticello sulla dx. Traversare 10m a sx faccia a valle (procedere assicurati) fino ad una pianta con cordone e maillon per la prima calata. Doppia 1: 28m fino a due fix Doppia 2: 25m fino ad una pianta in un diedro, circa 7/8m a dx (faccia a monte) della verticale Doppia 3: 30 m alla base della parete.
Nodi in fondo alle corde! Attenzione: possibilità di smuovere sassi nella discesa in doppia In alternativa (consigliata),
dal colletto proseguire nel bosco per vaghe tracce fino ad una baita;
verso sx per sentiero si raggiunge il parcheggio presso il Cimitero di
Erve.
FRANGE DI THELEME - di Francesco Sportelli, 4 dicembre 2023
La prima volta che ti ho vista ho avuto paura. La maggior parte delle cose che mi piacciono troppo, a volte mi spaventano. Certi
incontri ti mettono davanti a te stesso, a quello che hai fatto finora,
a chi sei veramente, per questo fanno paura. Per alcuni la paura è
debolezza, magari lo è: puoi decidere di affrontare certe sfide, o di
tornare indietro. Ma alcune volte quando ti imbarchi in un nuovo
viaggio fallire non è un’opzione. La prima volta che ti ho vista non
avevo il casco. Forse volevo correre il rischio di farmi male. A volte
quando scalo non lo metto, altre volte sarebbe meglio averlo anche
quando non si scala. Ci si può far assai male anche lontano da una
parete. La prima volta che ti ho vista ho avuto paura. Eppure, a
ripensarci oggi, sarei rimasto lì ore ad assaporare quel momento di
precarietà in cui non sai cosa succede se vai avanti, se fai un passo
di troppo e non hai più la possibilità di tornare indietro. Certo puoi
decidere di non far nulla, di non fare neanche il primo passo. Oppure
cambiare idea. Spesso gli individui cambiano idea, per scegliere
liberamente e improvvisamente l’alternativa peggiore, pur avendone la
consapevolezza. Luca mi ha mandato avanti a vedere cosa c’era
sulla quella placca apparentemente liscia. Ha detto “Vedrai che ti
diverti”. Non ero troppo convinto. Quando incontri un terreno vergine
per la prima volta è normale essere cauti. Tutto può essere fragile,
soprattutto se stessi. La prima volta non ci sono chiodi o spit a
indicare la via rassicuranti, nè sguardi rassicuranti. Una vena di
selce nera, come una frangia si infrange su un dorso liscio. Non è
sicuro appoggiarvi le mani, eppure è necessario farlo. Su questa roccia
fragile ogni passo va saggiato con calma. Certo, si ci può sempre
voltare a guardare indietro, fare due passi verso il basso e ritornare
all’inizio. Ma una volta che lasci che le cose fluiscano, niente è in
grado di fermarle. Un movimento dopo l’altro, sai sempre cosa fare, ti
proteggi quando puoi, e quando non puoi vai, a volte cauto, altre volte
con un po’ di sana sfrontatezza. Avrei potuto ignorarti del tutto.
Avrei potuto evitare di posare il mio sguardo sopra di te. E invece
dopo un tempo indefinito a corteggiarti è già tutto finito. I movimenti
impossibili sono dietro di te, i passi precari son metri indietro.
Poche fettucce su arbusti, qualche friend ed già finita. Abbiamo
ballato assieme per un tempo che sembrava lungo ore, fra piccoli
appigli, movimenti delicati e friend di dubbia tenuta. Poi in un attimo
sei in cima, ti guardi indietro, solo qualche lacrima di felicità,
sorridi un po’. Posso provare a controllare tutto in queste
situazioni: il respiro, i piedi, il sorriso, l’attenzione. Ma non posso
controllare chi sono, perché sono quello che sono. Quando ti ho
incontrata la seconda volta, non avevo neanche immaginato sarebbe
successo. La seconda volta che ci siamo incontrati pensavo non ti avrei
più rivista. E allora sei venuta tu ad abbracciarmi ancora una volta,
chi sa se sarà stata l’ultima. Di una cosa sono sicuro. Ogni volta che vorrò rivederti, saprò dove cercarti, arrampicando Frange di Theleme, al Monte Spedone. Frange di Theleme si sviluppa sul lato sinistro del Monte Spedone,
su un pilastro staccato poco oltre il limite destro della falesia alla
base della parete. Notevolmente ripulita da vegetazione e rocce
instabili, attraversa i tratti migliori del pilastro, conservando
tuttavia tutto il sapore di un’avventura da ricercare con calma, su una
montagna che alterna tratti di rocce instabili a splendide placche,
fessure e concrezioni di selce. Un luogo splendido – Theleme – di
incontri inaspettati, ed un termine che significa desiderio e volontà,
che sono poi le uniche cose che servono per accogliere certi incontri
in montagna.