Il Pizzo
d’Eghen, situato in uno dei luoghi più selvaggi della Grigna
Settentrionale, precipita verso la Valsassina con poderosi pilastri
verticali separati da un gigantesco camino, che dalla cima scende fino
a delle terrazze erbose a duecento metri dalla base. Su questa
struttura salgono diversi itinerari di stampo classico, quasi del tutto
abbandonati, ed una manciata di salite moderne da affrontare in ottica
alpinistica e con ottima preparazione data la lunghezza, l’estremo
isolamento e la complessità di avvicinamento e discesa. A parte “Liberi
di sognare”, che inizia alla base della parete, per le altre vie
bisogna infatti risalire uno zoccolo a risalti rocciosi inframezzati da
fasce di vegetazione e zone rotte, non difficile ma che richiede
estrema attenzione, anche nella ricerca del percorso.
Presentiamo “Liberi di sognare”, “Prigionieri dei sogni” e “Soffiando
nel vento”, tre salite di stampo moderno, e “Siddarta”, aperta con
qualche chiodo e protezioni veloci, di impostazione quindi
completamente diversa ed ugualmente molto severa. Per il “Camino
Cassin” e le altre vie si rimanda alla guida CALCARE
D’AUTORE.
L’arrampicata si
svolge lungo placconate verticali con qualche bombamento, diedri e
fessure, su roccia generalmente ottima ma con tratti delicati o
polverosi. Calcolare una giornata piena per tutte queste ascensioni;
una pila frontale a testa è vivamente consigliata. Discese impegnative.
Periodo
Da metà
primavera a metà autunno, evitando i periodi successivi alle piogge, e
solo con previsioni meteo sicure: in caso di temporali lo zoccolo è
battuto dalle scariche di pietre e può diventare pericoloso. La parete
inoltre è molto fredda.
Chiodatura
Ottima
prevalentemente a fix, generalmente distanziata, su “Liberi di sognare”
e “Prigionieri dei sogni”, molto più ravvicinata su “Soffiando nel
vento”. Attrezzatura parziale a chiodi, decisamente da integrare, su
“Siddartha”. Le difficoltà obbligate indicate vanno padroneggiate con
sicurezza.
Chiodatori
La storia
alpinistica del Pizzo inizia nel 1932 con Riccardo Cassin e Giuseppe
Comi che salgono il camino centrale per una linea elegantissima e molto
difficile (Via “Filippo Corridoni”, V+/VI- e A1). Nello stesso periodo
Pietro Pensa di Esino Lario compie ascensioni di assoluto rilievo sulle
pareti Nord ed Ovest, superando passaggi avveniristici per l’epoca.
Queste sue vie, tra cui lo “Spigolo Nord” e la “Diretta Battaglione
Morbegno” stupiscono per l’esposizione e il livello tecnico,
soprattutto in rapporto ai rudimentali mezzi a disposizione (spunti
da “CALCARE
D’AUTORE”).
Dopo un lungo periodo di stasi, Paolo Vitali e Fabio Lenti salgono il
pilastro a destra del camino Cassin per la severa “Via
Aspes”
(1983, V+/A3), poi parzialmente ricalcata da “Soffiando nel Vento”
attrezzata a fix dall’alto nel 1997 da Giovanni Chiaffarelli, Francesco
D’Alessio, Vittorio Tamagni ed Ivano Zanetti. Infine i forti scalatori
valsassinesi aprono dal basso degli itinerari di grande importanza: nel
2005 Adriano Selva ed Andrea Spandri concludono “Prigionieri dei
sogni”, attualmente l’itinerario più impegnativo delle Grigne, mentre
nel 2005 Pietro Buzzoni, Lorenzo Festorazzi e Francesco Galperti si
infilano nella spaccatura sulla destra della parete con protezioni
tradizionali, “Via Siddharta”, e nel 2006 lo stesso Buzzoni e Stefano
Canali salgono i 17 tiri di “Liberi di sognare”.
Accesso
Da Lecco salire
a Ballabio proseguendo in Valsassina. Superati Introbio e Primaluna,
voltare a sx per Esino oltrepassando il torrente Pioverna. Al primo
rondò a dx, al successivo si prende per Prato San Pietro fino alla
chiesa. Da qui seguire la stradina a monte, a fianco del torrente,
parcheggiando in uno spiazzo con grande platano presso la vecchia
officina “Fusina dei Carlin”. Procedere lungo una sterrata che
attraversa il torrente e con lungo traverso nel bosco raggiunge le
“Baite di Taecc”, dove la si abbandona presso una caratteristica pineta
per proseguire a sx su sentiero ben marcato fino alle baite dell’ ”Alpe
Zucc”. Il sentiero continua oltre le baite e con esile traccia sale a
dx nel ripido bosco. Seguire le indicazioni arancione-rosso con scritta
SR (Passo di San Rocco), finchè il sentiero compie un lungo traverso a
dx fino ad una radura con betulle dove è facile perdere la traccia.
Sopra la radura il sentiero riprende più evidente e con qualche
tornante nel bosco giunge ad un saltino roccioso, il “passo dell’orso”,
dove diventa meno ripido e porta su un ampio pianoro boschivo: “la
Soliva”. Seguire ora le rare indicazioni a vernice e gli ometti lungo
la cresta boscosa, superando tre speroni più marcati fino ad una breve
discesa e ad un altro ometto. Ignorare i bolli di vernice a sx ed
attraversare in leggera discesa a dx per circa 100m, poi senza perdere
quota si ritrova una esile traccia ed altri ometti, attraversando due
canali fino alla base del Pizzo D’Eghen. Ore 1,30-2. Liberi di sognare
inizia sul lato sx della parete presso uno speroncino alla base di una
nicchia strapiombante (ometto e ch. con cordino). Avvicinamento
complesso, spesso su terreno scosceso.
ZOCCOLO:
250m, calcolare
1,30- 2h
Attraversando
alla base della parete verso dx si giunge ad una evidente rampa-canale,
appena prima del grande canalone che separa il pizzo D’Eghen dalla
cresta W della cima del Palone.
-Risalire la rampa su ottima roccia fino ad un terrazzo ghiaioso. S1 a
sx, 2 fix e mail= lon, 30m.
-Proseguire diritti su terreno erboso con mughi (facile ma delicato) e
dopo 40m spostarsi a sx alla S2 su larice con cordino.
-Spostarsi a dx doppiando un salto verti= cale, poi salire un diedrino
erboso con mughi sulla sx (friabile). S3, 2 fix e maillon, 40m.
-A sx per risalire un canalino detritico e poi una placconata fino alla
cengia soprastante. S4, 2 fix e maillon, 60m.
-Salire un diedro e lo sperone successivo, poi un diedrino verticale (2
ch.) fino ad una larga cengia. Inizio di Siddartha. S5, 60m.
Scendere a sx, doppiare un pulpito roccioso esposto fino alla cengia
sottostante. Oltre il Camino Cassin inizia Prigionieri dei Sogni.
PRIGIONIERI DEI
SOGNI
Parete
Ovest-Nord Ovest
Adriano
Selva-Andrea Spandri dal
basso, estate 2005
300m
(+ zoccolo 250m) – 9L
7c+
(7a+ obb.)
P3
- 12 rinvii, 2 corde da 60m,
fettucce, dadi e friend medi per lo zoccolo, friend n.1 per L1, friend
n.0,5 per L6.
Attrezzatura
in via: 57 fix + 18
fix di sosta, 1 chiodo.
Inizia
in un diedrino verticale.
Arrampicata tecnica e di continuità, esigente e difficile su tutto
l’itinerario. Placche verticali e strapiombanti alternate a
bombamenti
più accentuati. Severi passi obbligati molto lontani dalle protezioni
(voli lunghi e potenzialmente pericolosi). Nel complessso una via di
altissimo
livello tecnico, atletico e psicologico. Roccia sempre
eccezionale.
La via
termina 100m sotto la vetta,
che si può raggiungere salendo la cresta (II° sosta di vetta
non attrezzata).
Discesa
1)
Calate sulla via (complesse ed
esposte) saltando S8 e S1. Alla doppia dalla S5 rinviare qualche fix
sul
traverso.
2)
Calate sulla via fino alla S6,
da cui ci si cala in obliquo a dx raggiungendo, dopo aver oltrepassato
il camino Cassin, le calate di “Soffiando nel vento”, più dirette
e meno esposte.
3)
Raggiunta la vetta, scendere
per 5m (procedere assicurati, III°) fino alla S10 di “Soffiando nel
vento” da cui ci si cala. Nella prima doppia restare a sx, viso a
monte,
della crestina finale. Soluzione consigliabile.
LIBERI DI
SOGNARE
Parete
Nord
Pietro
Buzzoni, Stefano Canali dal
basso, agosto 2006. Primi 3L: P.Buzzoni e Michele Stellabotta
620m
– 17L - 7b+ (6c obb.), da confermare
P3
- 14 rinvii, 2 corde da 60m,
fettucce, dadi (soprattutto piccoli) e friend fino al n.1 BD. La via è
stata lasciata completamente attrezzata. Soste con fix collegati, e
maillon
dove necessario.
Itinerario
molto lungo ed impegnativo
sullo strapiombante pilastro Nord, dal carattere decisamente
alpinistico.
L’arrampicata si svolge dapprima su muri verticali e bombamenti, con
sequenze
tecniche e continue, diventando più atletica nella parte superiore,
dove è anche più frequente la necessità di integrare
le protezioni in loco. Roccia in genere buona, con tratti friabili
soprattutto
nella prima parte (in particolare all’uscita sulla cengia mediana:
corda
fissa) che richiedono attenzione. Attrezzatura a fix e chiodi sempre
buona
ed affidabile, ma con passi obbligati non sempre ben protetti. E’
richiesta
quindi ottima preparazione tecnica ed esperienza.
Per
chi preferisce iniziare la salita
più riposato, c’è la possibilità di bivaccare comodamente
in alcune piccole grotte alla base della parete, ad un minuto dalla
partenza
della via.
L1 6b+
25m Strapiombo
(primi metri friabili).
L2
6c 25m Placca
tecnica
L3
6a 20m Diedrino
L4
7b 35m Muro
compatto strapiombante, chiave di continuità su buchetti ed uscita
obbligata
L5
6a+ 25m Traverso e placca
fisica. Roccia mediocre
L6
6b+ 25m Muro leggermente
strapiombante, con singolo atletico. Roccia inizialmente
friabile
L7
6c 25m Traverso
tecnicissimo in placca, poi bombè
L8
7b+ 45m Singolo di dita
in partenza, poi altro duro singolo su bidito svasato su roccia
ottima.
Quindi
uscita in cengia molto obbligata
ed “alpinistica”, expò su roccia friabile. E’ pre-
sente
un lungo spezzone di corda
(da verificare) per rimontare la cengia
L9
6c 35m Pilastro
a tacche, cengia e placca verticale a buchi, di continuità
L10
6b+ 40m Muro verticale a buchi,
breve fessura fisica, cengia facile da seguire verso sx ad aggi-
rare
uno strapiombo friabile (roccia
friabile anche sulla cengia)
L11
7a+ 40m Strapiombo, singolo
su buoni buchi e placconata a buchi leggermente strapiombante di
gran continuità
L12
6b 35m Aggirare
la zona dei grandi strapiombi per una fessura sulla sx
L13
6b+ 35m Raggiungere e superare
un tetto ad arco, proseguendo per placca compatta a buchi. Tiro tecnico e di resistenza
L14
6b+ 40m Bombamento, placca tecnica
e larga fessura strapiombante
L15
6a+ 50m Ancora per fessura atletica
fino al filo dello spigolo, poi diedrino e placchetta appena
a sx del filo
L16
5c 50m Qualche metro
a sx poi per placca compatta leggermente appoggiata fino alla cengia
con mughi, a cui segue un facile diedrino
L17
III 70m Rimontare
facilmente il muro soprastante e per facile cresta alla vetta.
Discesa
1)
Calate su “Soffiando nel vento”,
poi lungo le doppie attrezzate sullo zoccolo. Consigliata.
2)
Discesa sulla via possibile ma
esposta e complessa (diverse doppie oblique e nel vuoto). Calate da
S15,
S14, S12, S11 (rinviando), S10 (rinviando), da cui con una doppia
obliqua
da 55m verso sx (faccia a monte) si raggiunge una pianta con
cordone
di calata e moschettone già attrezzata. Si effettua una calata di
50m fuori via raggiungendo S6.Breve doppia a S5, breve doppia S4.
Doppia
a S2 e poi alla base.
Nota
Nel
libro di vetta sono indicati
i punti di riferimento (ometti segnaletici) per accedere alle doppie di
discesa dalle varie vie, altrimenti difficilmente reperibili.
SOFFIANDO
NEL VENTO
Parete
Ovest
Giovanni
Chiaffarelli, Francesco
D’Alessio, Vittorio Tamagni ed Ivano Zanetti parzialm. dall’alto, 1997
270m
– 10L - 7b (6b obb.)
P1
- 14 rinvii, 2 corde da 60m,
fettucce, dadi e friend medi per lo zoccolo. La via è attrezzata
in modo sicuro, ma riserva ugualmente passaggi obbligati da non
sottovalutare.
Considerando inoltre l’impegno globale, è riservata ad alpinisti
esperti e tecnicamente preparati.
Interessante
salita su roccia dapprima
un po’ friabile, poi via via più solida fino a diventare ottima
nella parte alta. A tratti discontinua, presenta comunque dei tiri di
gran
classe in ambiente grandioso.
La
via ricalca in parte la linea
di "ASPES",
salita dal basso nel 1983 da Paolo Vitali e Fabio Lenti.
L1 6b+
30m Muro verticale a
tacchette, un po’ friabile, quindi verso sx su roccia migliore alla
S1
L2
6c 25m Faticosa
fessura-camino sbilanciante su roccia mediocre
L3
6b 30m Passaggio
in placca a raggiungere una fessurina, poi ancora placca. Roccia buona
L4
6a+ 30m Diritti per muretti
verticali articolati. Roccia buona
L5
5c 25m Diedrino
appigliato, poi superare direttamente uno strapiombino. Roccia buona
L6
6a 20m Diritti
facilmente, seguendo quindi una fessura fino alla S6. Roccia buona
L7
7b 35m Muro
a buchi verticale con stupenda arrampicata di continuità. Roccia
ottima
L8
7a+ 20m Inizialmente diritti,
poi verso dx con difficoltà in crescendo. Passo impegnativo e
complicato prima
della sosta in cima al pilastro (dopo rottura di un
appiglio,
prob.7b). Roccia
ottima
L9
5c 25m Seguire
una fessura fino ad un diedro verso dx che porta alla S9. Roccia ottima
L10
6a+ 25m Traversare in placca
a sx del diedro, uscendo per una crestina ed un ultimo muretto
verticale alla S10, poco sotto la vetta. Roccia ottima.Con 5m facili
(III°,
1 fix) si raggiunge
la vetta
Discesa
Doppie
lungo la via da S10-8-6-4-2,
poi lungo le doppie attrezzate sullo zoccolo.
SIDDHARTA
Parete Ovest
Pietro Buzzoni, Lorenzo Festorazzi, Francesco Galperti dal basso, 16
luglio 2005
330m (+ zoccolo 250m) – 8L
VII+ (VI+ obb.)
P3 - 14 rinvii, 2 corde da 60m, un scelta di chiodi a lama, universali
e piatti, serie di dadi, serie di friend fino al n.3 raddoppiando le
misure grandi; utile un friend n.4. Fettucce e cordini per migliorare
lo scorrimento delle corde (i tiri sono molto lunghi). Attrezzatura: chiodi
tradizionali, soste comprese, da verificare e eventualmente rinforzare
Linea logica ed evidente lungo la fessura camino al centro della
parete Ovest, aperta con protezioni veloci e chiodi. I primi 90m sono
in comune con la “Diretta Battaglione Morbegno” (Pensa-Beltramini).
Salita alpinistica severa e molto impegnativa, su difficoltà sostenute
e sempre in grande esposizione; l’arrampicata è atletica e faticosa in
fessure e camini verticali-strapiombanti, che richiedono notevole
dimestichezza con ogni tipo di incastro e la capacità di sapersi
proteggere. Roccia mediocre nella prima parte, ottima sui tiri finali.
Il passo chiave, se superato in libera, è un buon VII+ expo; in
artificiale presenta difficoltà di chiodatura lungo una sezione
verticale compatta: VI+ e A1.
NOTE
-L1: è possibile spezzarlo in due lunghezze
-L3: è consigliabile frazionarlo per non avere difficoltà con lo
scorrimento delle corde. Rinforzare quindi la sosta al termine del
primo tratto in traverso, prima del diedro strapiombante. Vedi disegno
Discesa
Discesa
La via termina in cima, presso un grosso mugo (quindi: raggiunto un
mugo quasi al termine dell’ultimo tiro, proseguire pochi metri fino al
mugo in vetta). Da qui, spalle a valle, calarsi sulla sx per 10m fino
all’ultima sosta di Soffiando nel vento, non visibile dall’alto poiché
posta in una nicchia. Scendere su “Soffiando nel vento”, facendo
attenzione, nella prima calata, a mantenersi a sx dello spigolo della
parete. Scendere poi lungo le doppie attrezzate dello zoccolo
Relazioni
e disegni di Pietro Buzzoni;
per una visione completa del Pizzo D’Eghen, e non solo, si rimanda alla
guida CALCARE
D’AUTORE (Pietro Buzzoni, Andrea Spandri e Giuseppe Carì)